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Il premier turco Erdogan, nuova figura simbolo del mondo arabo

Prosegue la linea dura contro Israele del governo turco. “E’ un dovere riconoscere l’esistenza dello Stato palestinese ed appoggiare la sua richiesta di adesione alle Nazioni Unite.” Questa in sintesi l’opinione che il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha espresso martedì al Cairo di fronte ai ministri degli Esteri dei paesi della Lega Araba.

Riferendosi alle numerose manifestazioni contro il governo di Tel Aviv delle ultime settimane, Erdogan ha rimproverato ad Israele di usare il terrorismo di Stato e di determinare la rovina del suo stesso popolo attraverso una politica inadeguata.
“L’unica via per lo Stato ebraico per uscire dalla solitudine – ha aggiunto – è agire come uno Stato responsabile e serio. Il governo israeliano deve scusarsi ufficialmente per il blitz contro la Mavi Marmara, deve risarcire le famiglie delle vittime e togliere l’assedio della Striscia di Gaza. Fino a quando ciò non avverrà non ci sarà nessuna normalizzazione tra Turchia e Israele.”

A peggiorare ulteriormente la tensione esistente fra Tel Aviv e Ankara giunge la notizia che la Turchia ha cambiato un software militare destinato ai suoi caccia, navi da guerra e sottomarini, sostituendolo con un nuovo sistema operativo che non riconosce più come “amici” aerei e navi israeliane.
Nel suo marcato distacco da Israele, Erdogan punta a diventare il faro dell’Islam moderno e moderato, in particolare nei paesi nord africani.
Con i dirigenti egiziani il premier ha discusso della costruzione di un’alleanza strategica, politica e economica. Oggi sarà in Tunisia accompagnato da decine di imprenditori e da diversi ministri del suo governo. Venerdì andrà a Tripoli, primo leader straniero a entrate nella Libia dalla caduta del regime di Gheddafi.

Redazione

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