Tensione alle stelle nei comuni italiani di frontiera. Come si legge sul portale infoinsubria.com la riduzione di almeno il 10% della quota di ristorno dell’imposta alla fonte dei frontalieri sarebbe “un disastro” per questi comuni.
Dall’attuale 38.8% a circa il 28.8%. La riduzione del 10% del ristorno mette in stato di allerta l’associazione dei sindaci dei comuni di frontiera, che verosimilmente avanzerà un’opposizione o un qualche movimento di protesta.
Come si legge nell’articolo “dai ristorni dei frontalieri molte amministrazioni locali traggono una buona parte delle loro risorse. Pietro Roncoroni, sindaco di Lavena Ponte Tresa e presidente dell’associazione dei comuni di frontiera, lancia il grido di battaglia: tenere alta la guardia e non cedere!
… La preoccupazione è più che giustificata, tenendo conto che il Ticino vorrebbe portare l’aliquota addirittura al 12.5% come succede con l’Austria.
”Ci siamo già attivati per informare la commissione parlamentare che si occupa degli accordi bilaterali – ha spiegato Roncoroni – perché è necessaria la nostra presenza nel caso di rinegoziazione degli accordi.”
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