In un’intervista sul quotidiano olandese Het Financieele Dagblad, Klaas Knot, membro del consiglio governativo della Banca centrale europea, ha dichiarato che le notizie per nulla incoraggianti che arrivano da Atene mostrano che la Grecia potrebbe trovarsi presto nell’incapacità di far fronte al proprio debito pubblico.
Una voce, quella di Knot, che si distacca dal fronte compatto all’interno della Bce, che esclude la possibilità di un default sovrano di Atene.
L’agenzia di rating Moody’s ha intanto declassato la nota di 8 banche greche e ne ha confermato l’outlook negativo.
Gli istituti colpiti sono National Bank of Greece, EFG Eurobank Ergasias, Alpha Bank, Piraeus Bank, Agricultural Bank e Attica Bank (il rating è stato portato a livello Caa2, ossia rischio considerevole) oltre a Emporiki Bank e General Bank, il cui rating è stato declassato a B3, ossia stato di alta speculazione.
Moody’s ha motivato il downgrade con il deterioramento dei bond greci e il forte rischio di un loro ulteriore deterioramento.
A pesare considerevolmente è anche la scarsa liquidità a disposizione. Il governo di Atene sta infatti premendo su Bce e FMI per ottenere una nuova tranche degli aiuti promessi in quanto a ottobre il paese si troverà senza liquidità.
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A questo punto spero vivamente che si effettui un default "controllato" limitatamente ad una percentuale che potrebbe variare dal 15 al 25%. Il danno sarebbe contenuto e darebbe sollievo ad un mercato che non ne può più di veder stampare soldi e scavare nella voragine dei debiti.
Esatto, un concordato "onorevole", come sarebbe dovuto essere con UBS.
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