Con una breve dichiarazione, oggi il CNT ha congelato la richiesta della famiglia di Gheddafi di avere le spoglie del colonnello per una degna sepoltura : “Il cadavere di Muammar Gheddafi è stato sepolto in un luogo che non verrà rivelato.” Stessa sorte per il corpo di Moutassim, anch’egli giustiziato dai ribelli a Sirte cinque giorni fa. Anche per lui una tomba anonima da qualche parte nel deserto.
Quando a fine agosto l’Algeria aveva accolto i Gheddafi, la temporaneità del loro soggiorno era stata precisata chiaramente. Scappando da una Tripoli a ferro e fuoco, in Algeria avevano trovato rifugio la moglie del colonnello, Safia, la figlia Aicha con una bambina appena nata, i due figli Mohamed e Hannibal con le rispettive famiglie.
In visita ad Algeri, il ministro britannico degli affari esteri William Hague ha dichiarato che il suo paese auspica che le autorità algerine collaborino con il CNT per il rientro in Libia “dei cittadini libici presenti in Algeria”. Hague ha evitato di pronunciare la parola “estradizione” ma il senso della frase era chiaro.
Una delegazione del CNT si recherà prossimamente ad Algeri per discutere la delicata questione. Se tornassero nel loro paese, i Gheddafi verrebbero processati, i figli maschi probabilmente uccisi. Per questo il governo di Algeri non vuole consegnarli alla Libia.
La sorte dei Gheddafi (restano? non restano?) potrebbe dipendere molto dall’atteggiamento del CNT verso le autorità di Algeri. Se il CNT si mostrerà ragionevole, l’Algeria opterà probabilmente per il loro trasferimento verso un paese terzo. Se il CNT farà la voce grossa e adotterà una posizione di intransigenza, Algeri potrebbe accordare l’asilo politico.
E mentre si fanno tutte queste supposizioni giungono voci, non confermate, che l’intera famiglia sarebbe partita verso il Sud Africa, paese amico dell’ex regime di Tripoli.
Giuridicamente non possono essere arrestati, possono viaggiare liberamente. Il CNT li vuole tutti a Tripoli per passarli di fronte a un tribunale, ma in realtà l’unico dei Gheddafi perseguibile penalmente e ricercato dalla giustizia internazionale è Saif al Islam, che si trova ancora da qualche parte in Libia.
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