C’è aria di schiaffeggio con il guanto bianco e di singolar tenzone fra i due maggiori quotidiani del cantone, il luganese Corriere del Ticino e il bellinzonese La Regione. E tutto nell’ambito della crisi che attanaglia il PLRT, il cosidetto “partitone” del Ticino.
Nell’edizione di lunedì 5 dicembre del Corriere del Ticino, Giancarlo Dillena scriveva: “Lo scenario è oramai chiaramente riconoscibile. Il PLRT si avvia a diventare sempre più PRS (Partito Radicale Sopracenerino), saldamente nelle mani dell’«anima» sinistro-settentrionale. Lasciando la porta socchiusa a quei liberali che ancora vogliono credere di far parte del «partitone», a condizione di accettare il ruolo di semplici gregari, nel nome del bene comune, naturalmente identificato con quello dell’ala predominante.
È uno scenario che non può sorprendere. Perché il disegno radicale è da tempo in atto in modo palese e i rovesci subiti dal PLRT nelle ultime tornate elettorali lo hanno favorito, grazie anche alle incertezze e agli errori dell’altra componente. In questo senso i radicali potrebbero piantare anche loro, in qualche praticello leventinese, un bel cippo con una versione aggiornata del motto di Marignano: «Ex clade…beneficium» (dalla sconfitta…il vantaggio).”
La replica del baluardo editoriale del Sopraceneri, La Regione, non è fatta attendere e nell’edizione odierna del quotidiano Aldo Bertagni replica: “Hic sunt leones. Qui ci sono i leoni, o meglio lande sconosciute abitate da belve. Il detto riconducibile all’Antica Roma ci è tornato alla mente leggendo titoli e toni allarmati provenienti dal “mondo civilizzato”, o meglio dal quotidiano che lo rappresenta. Un giorno ci informa che nel Plr è stato “evitato il golpe” – tentato, si presume, dalle belve sopraccitate – e un altro ci dice che tutto il male viene dal Ticino settentrionale, terra di “sopracenerini”, “radicali” e “statalisti”, il peggio del peggio …
Cosa succede? Cosa suscita cotanta paura all’altrimenti paludato foglio di Muzzano? La nomina di Gabriele Gendotti a vicepresidente temporaneo del Plr. Il quotidiano sottocenerino non ha dubbi: servono veri liberali per ricacciare le belve oltre il Ceneri …
Prendiamo il toro per le corna, l’allarme per buono, l’assalto alla civiltà luganese per certo. Proviamo a crederci. In primo luogo vorremmo capire cosa vuol dire oggi essere “radicali”. Significa forse ritenere fondamentale il ruolo dello Stato? Beh, allora sono “radicali” anche i dirigenti di Ubs e di tutte le banche – non poche – che in questi anni hanno chiesto una mano agli Stati, appunto, per tappare i propri vistosi buchi di bilancio. Così come sono “statalisti” coloro che invocano un maggior controllo del territorio (più agenti di polizia) da parte dell’ente pubblico. Esigenze solo sopracenerine?”
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QUESTO resta al P(L)RT: la Regione!
Noi (si fa per dire) siamo il partito della Regione.
Il Bertagni ha sovente l'abitudine di confondere la politica con la civica. Da qui al ridicolo il passo è breve.
Che dicevamo della Regione?
Il quarto vice, "viene accolto come Messia dalla folla festante che lo acclama gridando OSANNA"!
Oggi tre o quattro già in piazza, festanti.
Mentre da Lugano, parola d'ordine "unire"...
Ma, cosa?
***
Ora che anche il vero unico Presidente di partito in Ticino che si rispetti (concordo bike, anche se un bel fidarsi ...) ha messo un bel puntino sulla I delle manovre, non troppo nascoste, della Regione (oggi due belle pagine sul Consigliere Bertoli, veramente di tutto rispetto), aspettiamoci risposte da chi di dovere.