Le guardie del corpo di al Hachemi sono state interrogate e tutte hanno confessato di aver preparato attentati su ordine del vice presidente. Al Hachemi rifiuta di consegnarsi alla giustizia e respinge ogni addebito, accusando il regime di aver ordito un complotto.
Oltre a mettere in pericolo la fragile coesistenza tra le tre comunità dell’Iraq (curdi, sunniti e sciiti), le accuse contro di lui – poche ore dalla partenza degli ultimi soldati statunitensi – accentuano la crisi politica fra il blocco sunnita, di cui al Hachemi fa parte e il governo sciita di Nouri al Maliki.
La situazione è resa ancora più critica dal fatto che questa vicenda mette fine all’accordo che regolava la distribuzione dei posti di governo tra curdi, sciiti e sunniti.
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