E’ stato tramutato in arresto il fermo di Sergio Paganini, accusato di essere il mandante dell’omicidio – il 21 novembre 2010 – dei coniugi Giampiero e Gabriella Ferrari, uccisi nella loro abitazione di Brusio il 21 novembre 2010.
Paganini è il terzo uomo coinvolto nella vicenda: in carcere in Italia si trovano da mesi il moldavo Ruslan Cojocaru, presunto killer e l’imprenditore valtellinese Ezio Gatti, presunto mandante. Con ogni evidenza, alla luce delle accuse mosse a Paganini, il ruolo di Gatti dovrà essere riesaminato.
Contro Paganini le prove sarebbero schiaccianti, scrive oggi il quotidiano La Provincia di Sondrio : “Contro di lui c’è un indizio pesantissimo, uno scritto che qualche mese prima del delitto i coniugi Ferrari consegnarono al loro legale.
In quello scritto sono ricostruiti i rapporti lavorativi con Paganini che poco prima di dichiarare fallimento si era rivolto a loro affinchè entrassero con lui in società. Paganini aveva messo a disposizione della nuova società di autostrasporti un rimorchio del valore di 50mila franchi, che Giampiero Ferrari aveva in seguito venduto, quando gli affari erano andati male e lui cercava di recuperare le perdite subìte.
Sergio Paganini avrebbe poi detto a Ferrari che un imprenditore della Valtellina, Ezio Gatti, gli aveva chiesto il rimborso dei 50mila franchi, che gli aveva prestato per l’acquisto del rimorchio.”
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