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Primarie repubblicane. Aperta la battaglia per il secondo posto

Il liberista Ron Paul, il mormone Rick Santorum e il gentleman Jon Huntsman: sono loro che dietro il favorito Mitt Romney lottano per il secondo posto nelle primarie repubblicane.

Piazzarsi in seconda posizione nelle primarie ha la sua importanza: solitamente chi arriva dietro lo sfidante del presidente in carica, poi lo affianca nella corsa alla Casa Bianca. Inoltre, in caso di vittoria di detto sfidante, il secondo classificato viene integrato nell’amministrazione di governo.

Era stato il caso nel 2008 per Hillary Clinton, arrivata seconda alle primarie democratiche. Barack Obama l’aveva scelta quale Segretaria di Stato.
In verità si tratta di una tradizione rispettata più dai democratici che non dai repubblicani. Ma i profili singolari dei tre diretti concorrenti di Mitt Romney, dovrebbero portare quest’ultimo a tenersi appresso chi si posizionerà secondo, sia come vice-presidente nel rush finale, sia in caso di vittoria.

Il liberista Ron Paul si era piazzato terzo nei caucus dello Iowa e sembra essere ancora in una posizione favorevole. Il suo profilo tranquillo piace sia ai giovani che ai conservatori.
Fervente isolazionista, fa appello alla chiusura di tutte le basi americane all’estero, giudicando che si tratta di “occupazione territoriale.”
Un discorso questo che piace a buona parte dei militari e ai veterani, che in lui vedono un uomo saggio. E piace meno a chi vorrebbe che gli USA mantenessero una presenza all’estero, soprattutto in Medio Oriente.
Vi è da rilevare che gode dell’appoggio dei Tea Party grazie alle sue idee liberiste.

Il mormone Rick Santorum è un cristiano fondamentalista e con il suo brillante risultato nello Iowa ha creato notevole sorpresa.
Nei sondaggi è passato dal 1% al 12% in pochi giorni. La base militante del partito ritiene che se Santorum vincerà le primarie, il suo lato ultra religioso lo porterà a battere Obama.

Jon Huntsman non ha ritenuto necessario fare campagna nello Iowa, lo Stato dei caucus. Una decisione rischiosa, ma il debole vantaggio di Mitt Romney su Rick Santorum (8 voti di scarto) e la rinuncia di Michèle Bachmann sembrano avergli dato ragione.
Ex ambasciatore statunitense in Cina, nominato da Barack Obama nel 2009, figura come un moderato, alla sinistra del partito repubblicano.
Romney lo ha accusato di essere stato uno strumento del governo democratico, una critica alla quale Huntsman ha replicato dicendo che sono proprio questi atteggiamenti a dividere il paese e che il popolo è stanco di queste divisioni. Una replica che gli è valsa molti applausi.

Jon Huntsman, Rick Santorum, Mitt Romney e Ron Paul in un dibattito nel New Hampshire
Redazione

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