Dopo una folgorante ascesa nelle ultime elezioni federali, i Verdi liberali sono diventati assoluti protagonisti e figure di peso al centro dello scacchiere, scrive oggi sul sito della radio romanda RSR Patrick Nussbaum: “Il loro messaggio è andato a buon fine: né a destra né a sinistra – scrive – e il sottotitolo è di tendenza: una visione ecologica e un liberalismo illuminato.”
“Suona piuttosto bene, in un periodo dove la finanza è messa sulla graticola e le energie rinnovabili sono a un passo dal diventare una religione.
Ma come nella psicanalisi, c’è il principio del piacere e il principio della realtà. Primo risveglio un po’ doloroso per la Svizzera romanda, il presidente del partito, il chimico Martin Bäumle, non esce molto dal suo laboratorio politico svizzero tedesco.
Certamente le sezioni romande del partito sono ancora giovani ma questo non dovrebbe metterle in silenzio in un angolo riguardo ai temi dell’attualità.
Invece, sugli affari non hanno detto nulla. Sull’etica: nulla. Sui forfait fiscali: zero commenti. Sulla mobilità: silenzio assoluto.
L’unico rumore prodotto dai Verdi liberali è quello legato al loro dibattito sull’opportunità di allearsi con l’UDC nelle elezioni vodesi.
E’ tempo che i Verdi liberali romandi facciano emergere idee, strategie ed azioni. Devono riunire sotto la bandiera caratteri forti, personalità di ogni genere e di rilievo. Devono mostrare la loro differenza. Il fuoco non sta ancora bruciando la casa ma si iniziano a vedere i primi sbuffi di fumo.”
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