A Bruxelles l’Unione europea ha raggiunto l’accordo sul nuovo Patto di bilancio, il cosiddetto Fiscal Compact. Questo significa l’obbligo dell’equilibrio dei conti nelle Costituzioni nazionali o in leggi equivalenti. In caso di violazione sono previste sanzioni.
Il Patto è stato firmato da 25 Stati su 27 (si sono astenute Gran Bretagna e Repubblica Ceca), ma malgrado l’alta adesione, forti divisioni permangono sul modo di risolvere la crisi greca.
Manca una soluzione sulle trattative con i creditori privati e sul secondo piano di aiuti da 130 miliardi di euro.
Sicuramente, l’imposizione del Patto sul bilancio renderà il percorso greco ancora più difficile: per Atene significa massimo rigore e rispetto delle regole imposte da FMI e UE.
Anche in Portogallo c’è il pericolo di una ristrutturazione del debito. Lunedì il rendimento pagato dai titoli quinquennali portoghesi è salito al 22,69%, un massimo storico da quando esiste l’euro.
La Banca centrale europea è intervenuta con acquisti sul debito del Portogallo e questo è un messaggio chiaro: il paese si trova in zona ristrutturazione.
(Fonte: Wall Street Italia)
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