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Hannes Germann : di fronte agli USA siamo vittime sacrificali consenzienti

Gli Stati Uniti stanno distruggendo la piazza finanziaria svizzera, meticolosamente e la strategia di difesa del Consiglio federale è segnata dalla teoria del ridotto nazionale: quando c’è pericolo cominciamo a cedere un po’ di terreno.

E’ quanto scrive Hannes Germann, Consigliere agli Stati UDC/SH sul quotidiano romando La Tribune de Geneve: “Questa tattica difensiva è sempre di conforto all’avversario, che così può avvicinarsi all’obiettivo un poco alla volta. Tenuto conto della potenza dell’avversario, il gigante economico che sono gli Stati Uniti, la situazione sembra senza via d’uscita.

Facendosi intimidire in questo modo, la Svizzera va al sacrificio come una vittima consenziente.
E’ necessario avere maggiore fiducia e adottare una strategia offensiva. Dobbiamo capire che noi, quale Stato di diritto sovrano, siamo i primi responsabili del rispetto e della difesa delle nostre leggi.
Le procedure di assistenza giudiziaria internazionale sono state comprovate al di fuori dei confini nazionali. La frode fiscale e altri delitti simili sono perseguibili attraverso una procedura di assistenza amministrativa. Quello che stanno facendo gli Stati Uniti con le loro tesi di complotto contro lo Stato assomiglia molto al linciaggio in voga nel XIXesimo secolo.

Con i dati criptati generosamente trasmessi, alle autorità americane viene aperta la porta per ogni genere di richiesta. Approvando il rapporto complementare, il Consiglio nazionale potrebbe spalancare questa porta già nella sessione di primavera. Gli Stati Uniti potrebbero allora organizzare spedizioni di massa e nuovi tentativi di ricatto. E’ assolutamente inaccettabile.

Quale Stato di diritto, la Svizzera sarebbe ben più credibile se i banchieri colpevoli venissero puniti qui, nel loro paese. In altri termini, non siamo al di sopra di ogni sospetto, ma le autorità americane non applicano in nessun caso in casa loro i principi nel nome dei quali ci accusano. Il caso Madoff ne è un esempio.
E’ necessario mettere un limite all’insopportabile imperialismo gidiziario americano, rifiutando le richieste di dati raggruppati e altri compromessi. Anche le superpotenze devono rispettare le leggi degli altri Stati.”

Redazione

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  • "Facendosi intimidire in questo modo, la Svizzera va al sacrificio come una vittima consenziente. E’ necessario avere maggiore fiducia e adottare una strategia offensiva."

    Caro Germann, parli bene ma
    in che cosa consiste(rebbe) la tua "strategia offensiva" ?

  • Carissimi, irriducibili sostenitori del club delle guerre economiche contro giganti indebitati, ma ci siete o ci fate? Primo, se non vuoi la guerra, “prepara” la guerra, dicevano. Una frase che non mi piace ma che rappresenta bene il quadro entro cui gli istituti di credito CH sapevano di muoversi. Le nostre banche dovevano pur immaginare che un giorno o l'altro questo sarebbe avvenuto. Inutile andare a fare gli spregiudicati con appetiti ipertrofici alla ricerca di soldi dell'evasione, e vivere nell’eterna illusione che gli altri stessero a guardare. In fondo, diciamocelo, la sinistra lo aveva più volte “vagheggiato”. Immaginate ora per ipotesi ludica il caso contrario. Che, per esempio, un “principato” vicino abbia condizioni bancarie migliori delle nostre e che tutti gli abbienti ticinesi “spostino” i loro averi nei forzieri in quel paradiso fiscale salassando l’economia cantonale. Lo scenario minimo sarebbe una levata di scudi indigena, partiti sulle barricate con roboanti appelli per un riesame del quadro politico, richieste immediate a Berna di un intervento ad hoc, improperi nei confronti della miopia istituzionale e via di questo passo. Della serie rimediare (se si può), piuttosto che prevenire...

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