Le tre P di Giovanni Jelmini : un Presidente Pacato e Pacificatore

Il PPD a poche settimane dalle elezioni comunali e la sua posizione di fronte alle recenti tensioni nel Municipio di Muralto. Il presidente cantonale Giovanni Jelmini si esprime in un’intervista presentata oggi sul Corriere del Ticino.

Ne riportiamo alcuni passaggi.

Jelmini ammette le tensioni che esistono in alcune sezioni del PPD: “Qualche frizione in tre-quattro sezioni sulle 115 in cui il PPD è presente. Sono casi ricorrenti ad ogni appuntamento elettorale. Normalmente si tratta di rapporti personali compromessi.”

Non ne fa un elemento di eccessiva preoccupazione: “Queste cose ci sono sempre state, nel mio partito come in altri, specialmente in quelli radicati nei Comuni, con sindaci, municipali e consiglieri comunali … Sono questioni circoscritte a poche sezioni … Ho l’impressione che i media abbiano la memoria corta. Ogni quattro anni, in tutti i partiti, ci sono questi episodi.”

Sul ruolo del presidente di partito di fronte a simili problematiche, Jelmini commenta che “La dirigenza del partito cerca sempre di fungere da mediatore, cercando di ricomporre le fratture. Bisogna evitare, specialmente là dove il partito va bene, che i contrasti personali danneggino la sezione. Posso solo dire di avere avuto parecchi incontri a livello locale.”

Nello specifico dei contrasti a Muralto tra il sindaco Gilardi e il vice sindaco Franscella: “Ho potuto rendermi conto di persona che le divergenze fra il sindaco Stefano Gilardi e il municipale Claudio Franscella sono insanabili. Quest’ultimo, visto il clima ostile di una parte dell’assemblea, ha ritenuto responsabilmente di non forzare la sua ricandidatura. Muralto è la dimostrazione di un rapporto personale compromesso, ma niente più.”

“Riscontriamo un disinteresse un po’ generalizzato dei cittadini nei confronti della politica – conclude Jelmini – Per quanto ci riguarda, in linea generale, non abbiamo avuto eccessive difficoltà a compilare le liste. Anzi, ci sono Comuni, come a Bellinzona, dove c’erano più candidati che posti a disposizione.”