La polizia norvegese ha chiesto assistenza al social network Facebook per avere informazioni sulle pagine create da Anders Behring Breivik, il 30enne che il 22 luglio 2011 ha ucciso 77 persone a colpi d’arma da fuoco sull’isola di Utoeya e in un attentato dinamitardo a Oslo.
Una richiesta di assistenza giudiziaria è stata presentata anche alle autorità francesi per poter interrogare il padre di Breivik, Jens, ex diplomatico che sta vivendo gli anni della pensione nel sud della Francia.
L’interrogatorio dovrebbe avvenire prima dell’inizio del processo, fissato al 16 aprile.
Jens Breivik non ha contatti con suo figlio da molti anni e nell’indagine non è un personaggio rilevante. Tuttavia, la polizia spera che parlando con lui sarà possibile raccogliere elementi utili a capire la mente del figlio.
Stando alle dichiarazioni degli inquirenti, Breivik, che si dice in guerra contro il multiculturalismo e l’invasione musulmana in Europa, ha pianificato e eseguito la strage da solo, senza appoggiarsi a complici come si pensava invece in un primo tempo.
Le prime testimonianze parlavano infatti di due uomini che sull’isola di Utoeya sparavano sui giovani, giunti numerosi per assistere a un meeting del partito laburista.
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