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Salvaguardare il segreto bancario proteggendo i clienti – Pierre Rusconi

Il Consiglio nazionale ha discusso e votato una decina di accordi di doppia imposizione, tra cui un complemento all’accordo con gli Stati Uniti.
L’UDC, a differenza dei partiti di centro e di sinistra, si è battuta come sempre per la difesa della sfera privata dei clienti delle banche e per il mantenimento del segreto che li protegge.
Vi sono in particolare alcuni punti cardine per cui l’UDC si batte strenuamente.

In primo luogo, la distinzione tra sottrazione e frode fiscale va mantenuta. La prima deve rimanere una contravvenzione sanzionata da una misura amministrativa, la seconda deve essere perseguita conformemente al diritto penale vigente.
Qualsiasi annacquamento di questa distinzione per far piacere a Bruxelles o a Washington verrà combattuta dall’UDC anche ricorrendo alla via popolare!
In secondo luogo, il nostro partito non vuole trasformare le banche in apparati burocratici di controllo, del tutto simili ad un’autorità fiscale. Nel corso degli ultimi anni, la piazza finanziaria svizzera è stata sottoposta a regolamentazioni e obblighi di diligenza vieppiù severi, che hanno permesso di renderla una piazza che accoglie capitali dichiarati e non in nero.
La cosiddetta “Weissgeldstrategie” proposta dal Consiglio federale va ben oltre gli standard richiesti e sarebbe l’ennesima dimostrazione che la Svizzera vuole a tutti i costi dimostrare di essere la prima della classe, solo per compiacere i maestri europei.

Il complemento all’accordo di doppia imposizione con gli Stati Uniti impone unilateralmente alla Svizzera di accordare l’assistenza amministrativa anche in caso di domande che non contengono nomi dei clienti, dati personali e nome della banca come avviene oggi, ma unicamente sospetti di determinati “modelli di comportamento”.
Ciò apre le porte alle “fishing expeditions” che distruggerebbero definitivamente il segreto bancario!
La consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf ha scritto che la Svizzera sta facendo importanti concessioni per mostrare la propria buona volontà “nella speranza che anche i nostri Paesi partner siano interessati” a fare altrettanto.
Noi purtroppo sappiamo bene come morì chi visse sperando! È lecito nutrire forti dubbi sul fatto che i paradisi fiscali americani (Delaware) e britannici (Jersey) adottino le stesse regole che i loro paesi vogliono imporci e che la Svizzera, ahinoi, accetta supinamente!
L’entrata in materia sul complemento all’accordo di doppia imposizione con gli USA approvata dal Consiglio nazionale indica che la Svizzera mostra fermezza solo nel cedimento e mai nella difesa della propria sovranità e dei propri posti di lavoro!

Pierre Rusconi
Consigliere nazionale UDC Ticino

Redazione

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