In uno dei paesi più ricchi del mondo uno svizzero su 13 è povero. Questo secondo i dati relativi all’anno 2010. Si può tuttavia parlare di una tendenza al miglioramento: infatti nel 2008 uno svizzero su 11 poteva essere definito povero.
In concreto sono 586.000 le persone che non hanno soldi a sufficienza per mangiare e per le altre necessità del vivere quotidiano. Le categorie più colpite sono le famiglie monoparentali e i pensionati.
Se si considera la popolazione al di là dei 65 anni, lo stato di povertà diviene più frequente: esso colpisce infatti più di una persona su sei. Ancora peggiore la situazione nell’ambito delle famiglie monoparentali, dove addirittura in un quarto dei casi si riscontra un reddito al di sotto del minimo esistenziale. Questi dati si possono leggere nella pubblicazione “Povertà in Svizzera”, edita dall’Ufficio federale di statistica.
(Fonte: tagi)
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"Se si considera la popolazione al di là dei 65 anni, lo stato di povertà diviene più frequente:"
Un motivo in più per dare la tredicesima agli anziani...
Cmq è triste che ogni anno diamo via fior di millioni, quando abbiamo ben 586 mila persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese...forse non sarebbe male che si iniziasse ad aiutare pure loro, perchè se guardiamo la percentuale di poveri in Svizzera, non è così bassa...
I privilegiati sono una minoranza, uno. Senza la complicità di una grande maggioranza della società questo non sarebbe stato possibile, due. Fatte queste premesse è evidente che la minoranza che detiene ricchezza e poteri, lanci appelli sotto la facciata della "libertà individuale" che spinge la gente ad autoconvincersi che la responsabilità stia da una parte sola (lo Stato che spende e spande), appelli che volutamente evitano di fare una giusta, necessaria e corretta distinzione tra Stati, situazioni e contesti. Ma l'obiettivo è un altro, è quello di spingere la gente a compiere scelte politiche che vadano verso l'annullamento di ogni forma di socialità e di controllo. Questo in sintonia con il sogno di una società dello Stato minimo (senza Stato, qualcuno preferirebbe), una società dove la politica sociale sia direttamente subordinata alle opzioni economiche. Realisticamente si rischia addirittura che i paesi “ricchi” (con sacche di povertà indigena:CH) si riducano a un pugno, circondati da un mare di totale miseria: che diventa riserva di manodopera a costi da schiavitù. Dire che la posta in gioco è “capitale”, è pura retorica. That's all folks!
Assolutamente da leggere l'articolo di Claudio Sabelli :!: