Categories: Democrazia attiva

SSIC Sezione Ticino sulle abitazioni secondarie e l’economia nel cantone

Risoluzione adottata dall’Assemblea generale straordinaria della SSIC Sezione Ticino

L’iniziativa popolare accettata di stretta misura, lo scorso 11 marzo, dal Popolo svizzero può portare a conseguenze disastrose in un Cantone a forte vocazione turistica come il Ticino.
A farne le spese saranno tutti i Comuni che già attualmente superano la soglia del 20% di residenze secondarie, nonostante la maggior parte degli stessi (122 su un totale di 157) abbia respinto sonoramente l’iniziativa Weber, anche con percentuali di dissenso altissime.

Di fronte a questo risultato inatteso – frutto di una certa disinformazione e dell’espressione numericamente importante della popolazione che non è toccata dal problema (abitanti dei grossi centri urbani) – l’economia delle regioni turistiche e di montagna sarà confrontata con una situazione molto pericolosa.
Nella gran parte dei Comuni ticinesi, che già ora denotano una percentuale di abitazioni secondarie superiore al 20%, all’orizzonte si prospetta infatti il blocco forzato di nuove residenze secondarie.
In altre parole: spopolamento, diminuzione dell’indotto economico, paralisi dell’attività edilizia e conseguenti ripercussioni a livello occupazionale soprattutto per le piccole e medie imprese dell’edilizia e dell’artigianato della costruzione, ma anche per il settore del turismo.

Ora, che ormai il danno è fatto, bisogna perlomeno cercare di contenere le conseguenze negative di una simile costrizione, sensibilizzando chi dovrà tramutare l’iniziativa in legge, rispettivamente in ordinanza di applicazione. In tal senso, la SSIC TI saluta con piacere l’azione intrapresa, subito dopo il voto popolare, da parte della Sede centrale della SBV tramite comunicato stampa (10’000 posti di lavoro a rischio nell’edilizia) e lettera alla Consigliera federale Doris Leuthard.

Tenuto conto di quanto appena esposto, l’Assemblea generale straordinaria della SSIC Sezione Ticino, svoltasi il 4 aprile 2012 a Gordola, risolve all’unanimità di chiedere un ulteriore intervento della propria associazione nazionale affinché la stessa venga coinvolta nella fase di applicazione dell’iniziativa Weber (definizione di residenza secondaria e accorgimenti da adottare nel periodo di transizione) perseguendo i seguenti 4 obiettivi primari:
1. fare in modo che tutti gli edifici esistenti o in fase di costruzione non rientrino in futuro nel blocco delle abitazioni secondare, lasciando dunque aperta la possibilità di ristrutturare tali costruzioni;
2. definire un periodo transitorio per l’entrata in vigore dell’iniziativa, almeno fino all’inizio del 2013 così da permettere a chi ha acquistato un terreno di realizzarlo;
3. escludere dalla restrizione le abitazioni secondare il cui proprietario è discendente diretto delle persone che hanno abitato in forma primaria lo stesso edificio;
4. escludere dal campo di applicazione dell’iniziativa tutti i rustici. Questo in un’ottica di salvaguardia del nostro territorio e, con esso, delle tradizioni ataviche presenti nelle realtà rurali che caratterizzano le varie regioni della Svizzera. Nel solo Cantone Ticino, i progetti di ristrutturazione di rustici pronti per andare in cantiere sono 7’000, per un investimento preventivabile superiore al miliardo di franchi.

In un periodo congiunturale molto difficile per quanto attiene l’economia globale e la finanza internazionale, ci sembra inopportuno penalizzare indistintamente ogni regione in uno dei pochi settori, quello dell’edilizia abitativa, che è ancora in grado di infondere vitalità ed ottimismo, oltre che di fungere da traino per molti altri ambiti economici del nostro Paese.

SSIC Sezione Ticino
Bellinzona

Redazione

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