Categories: Estero

Siria. Il regime ritarda la tregua chiesta dalle Nazioni Unite

La speranza di una tregua nei combattimenti in Siria si è ridotta dopo che il regime ha affermato, domenica 8 aprile, che non ritirerà le sue truppe per la data stabilita di martedì 10 aprile, come previsto dal piano delle Nazioni Unite. Damasco vuole prima avere garanzie scritte dai combattenti ribelli, che definisce “terroristi”.

Per meglio affermare la loro determinazione, le forze armate del regime hanno lanciato lunedì 9 aprile nuove offensive in diverse regioni del paese. Ad Aleppo e Deir Ezzor fonti mediche fanno stato di decine di morti.
Kassem Saadeddine, portavoce dell’Esercito siriano libero, ha confermato che gli insorti sono pronti a rispettare il cessate-il-fuoco a partire da domani se i soldati agli ordini di al-Assad faranno lo stesso.

Il portavoce del governo cinese ha esortato le parti a rispettare l’impegno concordato per la mattina di domani di una tregua e del ritiro delle truppe. Pechino è insieme alla Russia tra i più influenti alleati di Damasco.
Il 2 aprile le Nazioni Unite avevano annunciato che Damasco aveva accettato il piano in sei punti dell’emissario internazionale Kofi Annan, con il conseguente obbligo di ritirare i carri armati dalle città assediate entro la mattina di martedì 10 aprile, manovra a cui sarebbe seguito, entro 48 ore, un cessate-il-fuoco.
I sei punti del piano riguardano la fine degli scontri, il dialogo politico, l’aiuto umanitario, la fine delle detenzioni arbitrarie, il rilascio dei giornalisti e il rispetto delle libertà civili del popolo siriano.

Secondo i militari ribelli, la richiesta di garanzie scritte formulata dal regime è una tattica per ritardare la fine dei combattimenti : “Il governo pensava di riprendere entro il 10 aprile il controllo delle città ribelli. Siccome questo non è avvenuto, ecco che cerca di guadagnare tempo – ha commentato Rami Abdel Rahmane, presidente dell’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo – Se il piano Annan non funziona, niente potrà funzionare e la Siria entrerà in una lunga guerra civile.”

Domenica, Kofi Annan si è detto sconvolto dalla violenza di questi ultimi giorni in Siria. L’emissario internazionale è atteso domani nel sud della Turchia. Visiterà i campi profughi, dove da un anno hanno trovato riparo oltre 25mila siriani.

(Fonte: The Huffington Post)

Redazione

Recent Posts

Miracolo eucaristico di Savarna: un libro riapre la vicenda tra scienza, fede e silenzi scomodi

Il libro di Simone Ortolani " Davvero Sangue", edito da Fede e Cultura, analizza la…

6 ore ago

Germania, un rapper contro la guerra: il caso FiNCH e il tabù del dissenso sul riarmo europeo

Germania, un rapper contro la guerra: il caso FiNCH e il tabù del dissenso sul…

6 ore ago

L’Unione Cristiano-Sociale in Baviera: una “terza via” europea tra conservatorismo e federalismo

I partiti regionali, come la Lega dei Ticinesi in Ticino o la Lega Nord in…

6 ore ago

Newton o Leibniz : chi arrivo’ prima ?

Era la seconda metà del Seicento, e l’Europa stava cambiando volto. Dopo i secoli bui…

10 ore ago

Storia di un delitto italiano (2007 → 2025)

13 agosto 2007 – La morte di Chiara Poggi È un lunedì d’estate quando, nella…

15 ore ago

“Teologia cattolica per tutti”: una rivista per ritrovare chiarezza, fede e pensiero

TEOLOGIA CATTOLICA PER TUTTI: Si è incarnato per distruggere le opere del diavolo : Orlando,…

2 giorni ago

This website uses cookies.