Scenario a sorpresa nell’Egitto del nuovo presidente islamista Mohamed Morsi. Con una decisione inaspettata, domenica il nuovo capo dello Stato ha reinsediato il Parlamento, sciolto qualche settimana fa dalla Corte costituzionale, la quale aveva passato il potere legislativo nelle mani dei militari.
Quella di Morsi è un’aperta sfida al Consiglio supremo delle Forze armate. Nel Parlamento disciolto, i Fratelli musulmani avevano ottenuto la maggior parte dei seggi. Ordinandone la ricostituzione, il presidente annulla i poteri legislativi di cui si era impadronita la giunta militare, al potere in Egitto dal febbraio 2011, da quando il presidente Hosni Moubarak era stato allontanato dal Cairo.
Morsi ha predisposto nuove elezioni legislative entro 2 mesi dall’entrata in vigore della nuova Costituzione. I vertici militari sono entrati in stato d’allarme e hanno convocato una riunione straordinaria.
L’impressione generale è che dopo la vittoria del loro candidato alle presidenziali, i Fratelli musulmani stiano cercando di capitalizzare il successo elettorale e diminuire l’influenza dei militari.
Con il reinsediamento del Parlamento, i Fratelli musulmani hanno la possibilità di aumentare la loro influenza sul paese, con il conseguente determinante peso degli islamisti (compresi i salafisti) sulla nuova Costituzione.
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