Dagli attuali 26 cantoni a un numero ben più ridotto : otto o nove cantoni al massimo. Così vedrebbe la Svizzera il politico ticinese Dick Marty.
Pur precisando di essere cosciente di quanto sia difficile realizzare una simile, drastica riforma Marty ha espresso la sua opinione sull’edizione odierna del Corriere del Ticino, in un’intervista incentrata sul tema del federalismo e della collaborazione tra le varie regioni della Svizzera.
“Vedo una Svizzera a 8 o 9 Cantoni – ha detto Marty – Si tratterebbe di una svolta importantissima, che permetterebbe di avere regioni il più possibile omogenee e capaci di assumere veramente un ruolo a livello nazionale.”
Nell’intervista Marty commenta in maniera positiva un avvicinamento dei cantoni elvetici : “un movimento indispensabile, anche se, come ogni cosa in Svizzera, richiederà molto, se non troppo tempo per concretizzarsi. È indispensabile se si vuole preservare il federalismo: i Cantoni non hanno la dimensione e la massa critica necessaria per assumere determinate responsabilità, e ciò si traduce in un’erosione costante del federalismo.”
Riorganizzare la struttura della Confederazione diminuendo drasticamente il numero dei cantoni, invece di intensificare la collaborazione intercantonale, sarebbe – a detta di Marty – l’opzione migliore : “Tramite questo fiorire di concordati intercantonali si trasferiscono sempre di più competenze a organismi che non hanno una vera legittimazione democratica… Occorre, a mio avviso, una riforma più drastica.”
Sull’attuazione di una tale riforma Marty ha però dei dubbi : “Il nostro sistema attuale frena una simile evoluzione. I Cantoni che dovessero scegliere di unirsi perderebbero peso all’Assemblea federale, perché avrebbero meno posti in Consiglio degli Stati.”
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