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Morte dell’ambasciatore USA in Libia. Non sarebbe colpa del film Innocence of Muslims

Christopher Stevens, ambasciatore americano a Bengasi, in Libia, e tre membri della delegazione diplomatica sono stati uccisi martedì notte, in un attacco al consolato statunitense.

Le prime voci riferivano di un funzionario americano ucciso e un altro leggermente ferito a una mano durante un attacco alla sede diplomatica statunitense di Bengasi, feudo libico dei salafisti.
Un attacco causato dalla proiezione su Youtube del trailer di un film giudicato offensivo per l’Islam : Innocence of Muslims, del regista israelo-statunitense Sam Bacile.

Invece, secondo alcuni portali web affiliati al movimento integralista di al Qaeda, l’attacco all’ambasciata e l’uccisione dell’ambasciatore Stevens, di un funzionario e di due marines sarebbe stata un’azione mirata, la vendetta per mano della milizia Ansar Al-Sharia per la morte di un importante membro di al Qaeda, Abou al Libi.
La morte di al Libi era stata confermata proprio ieri da Ayman al Zawahiri, capo supremo di al Qaeda dalla scomparsa di Osama Bin Laden.

L’ambasciata americana a Tripoli ha organizzato il rimpatrio delle salme e l’evacuazione di tutto lo staff della sede diplomatica, una trentina di persone che saranno probabilmente trasferite nella capitale libica Tripoli.

Nell’immagine, l’ambasciatore Stevens, in fin di vita, viene portato fuori dall’ambasciata in fiamme. Secondo alcune fonti sarebbe morto per il fumo sprigionato dall’incendio appiccato dai manifestanti, mentre invece i siti qaedisti sostengono sia stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco.

Redazione

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  • Questo dimostra ancora una volta che la remissività di Sant'Obama nei confronti degli islamisti, è servita solo a rendere questi ultimi più aggressivi e invasati di prima.

    Non è nemmeno servito l'aiuto che l'incapace Presidente ha fornito ai ribelli per liberarsi di Gheddafi.
    Al primo pretesto, gli hanno ammazzato l'ambasciatore e 3 addetti dell'ambasciata.

    Mai, come in questi ultimi 4 anni, gli islamisti hanno mostrato il loro vero volto.
    E guarda caso, è proprio da quando Sant'Obama ha cominciato a fare loro i salamelecchi.

    Spero che il sacrificio dell'ambasciatore e dei 3 addetti dell'ambasciata non sia stato vano, ma che serva almeno a non rieleggere questo Presidente, che è stato uno dei più incapaci di tutta la storia americana.

      • E allora, anche molti ebrei sionisti sono terroristi, senza parlare di irlandesi, tamil, baschi, crociati, neo-nazi, ecc.

    • "Ma sono i terroristi che lo hanno ucciso, mica gli “islamisti”

      Sono esattamente le stesse persone a cui USA UK Francia hanno messo in mano le armi in Libia: barbe lunghe e bandiere nere.

      Sono esattamente le stesse persone che:

      25.06.2012

      The other day in Benghazi, Libya, we found our vehicle surrounded by truckloads of men with machine guns.

      They were waving black flags, which are associated here with radical Islam, and they were shouting “Allahu akbar,” or “God is great.”

      At the time, we were driving to see a protest — but it seemed the protest had found us.

      These gunmen were the protesters, so we continued on, surrounded by scores of honking pickup trucks with anti-aircraft guns welded to the beds.

      The rebel fighters from Libya’s revolution had brought their weapons along while demanding that their country impose Shariah, or Islamic law.

      The protesters came from several cities in eastern Libya.

      Some drove 180 miles from Derna, a Libyan city known for producing radicals.

      When several trucks pulled over, we did, too, and chatted with a gunman. He told us he was marching to demand Shariah and “to kill the infidels.”

    • Ma piantala !
      SONO TERRORISTI ISLAMICI !

      Quelli che ti porgono la mano... e poi ti pugnalano nella schiena.

    • :!: .......Ma sono i terroristi che lo hanno ucciso, mica gli “islamisti”....... :!:

      Sono tuoi correligionari!!
      Stessa fede, stesso libro, stesse leggi, stessa cultura, stessa ideologia.
      Se c'è differenza tra terroristi e islamisti, come mai non ti sei precipitato a condannare l'ammazzamento dell'ambasciatore americano e dei 3 addetti dell'ambasciata americana, invece di limitarti a scrivere solo scuse puerili?

      • Comunicato UCOII sui fatti di Bengazi

        L'attacco perpetrato contro la sede diplomatica USA a Bengazi, con le sue pesantissime conseguenze umane e politiche non può che destare la nostra più viva condanna e costernazione.

        Più che esaminarne le cause ci preme ricordare che lo status giuridico e la sicurezza delle ambasciate sono retti dal diritto internazionale e, islamicamente, da una consuetudine che risale al Profeta Muhammad (pbsl): le persone e i luoghi che ne beneficiano non possono essere ritenuti responsabili di quanto avviene nel loro Paese, foss'anche di assoluta gravità.
        Nessuno pertanto potrà avanzare motivazioni sedicenti islamiche, per giustificare quanto avvenuto.

        Detto questo, stigmatizziamo l'infame provocazione perpetrata con la diffusione di un film blasfemo che offende gravemente l'Islam e, in particolare, il Profeta Muhammad (pbsl) faro di misericordia e giustizia per oltre un miliardo e mezzo di credenti.

        Come già avvenuto nella vicenda danese ci preoccupa che si usi una pretesa difesa della sua onorabilità per oscure trame destabilizzatrici tese a rinfocolare l'islamofobia e il sospetto nei confronti dei musulmani.

        Porgiamo alle famiglie delle vittime le nostre sentite condoglianze e invitiamo le autorità preposte all'ordine pubblico in Libia a fare piena luce su mandanti e organizzatori dell'aggressione.

        Roma 12.9.2012

        UCOII
        dip. Informazione

        • "UCOII dip. Informazione"

          Hai altri link di "associazioni" collegate direttamente ai fratelli musulmani?

        • Non ti ho chiesto la condanna da parte dell'UCOII.
          Ho chiesto per quale motivo tu, non abbia condannato in prima persona in fatti libici.
          Ma vedo che fai una fatica enorme, a condannare gli ammazzamenti compiuti dai tuoi correligionari.

  • ... resta poi da capire cosa si intende per "terrorismo".

    Per me la parola TERRORISMO, ha un significato moooolto ampio.

  • :arrow: Che follia suicida attaccare Gheddafi :arrow:
    Se una volta la Libia era potenzialmente una minaccia, oggi è un reale pericolo e non si limita ad annunciare violenza, ma la esercita con efferatezza

    Lo pensavamo un anno e mezzo fa, circa, e ora è arrivata la conferma che i nostri sospetti erano fondati.
    Non parliamo della Siria o dell'Egitto dove il disastro è evidente da tempo e non ci stupiamo che la situazione si aggravi di giorno in giorno bensì della Libia che ormai ha rivelato in pieno la sua indole fanatica.
    L'Occidente si era coalizzato per cacciare il dittatore Gheddafi, convinto che i ribelli potessero trasformare la tirannide in un paradiso democratico; li aveva aiutati nella battaglia fornendo loro armi sofisticate e aerei da bombardamento; aveva scommesso sulla sconfitta del Colonnello e, dopo averlo abbattuto con somma soddisfazione, si deve rendere conto di avere sbagliato i calcoli.

    Se una volta la Libia era potenzialmente una minaccia, oggi è un reale pericolo e non si limita ad annunciare violenza, ma la esercita con efferatezza. L'uccisione dell'ambasciatore e di tre cittadini statunitensi (trascurando la vittima in Egitto nel corso di disordini) dimostra che, da Tripoli a Bengasi, quel Paese è in balia di esaltati estremisti incapaci di essere tolleranti, i quali si servono di pretesti religiosi per accanirsi su chi abbia idee diverse dalle loro.

    Il movente della strage infatti è quasi paradossale oltre che folle: punire gli Usa per avere prodotto un film, critico verso l'islam, girato da un regista di origine ebraica.
    Ciò significa che la Libia si è liberata di Gheddafi ma è caduta dalla padella nella brace: i nuovi padroni, in altri termini, sono più crudeli e inaffidabili di quelli vecchi, con i quali l'Italia aveva intessuto buoni rapporti e concluso ottimi affari, non solo petroliferi.

    Che le cose sarebbero andate così bisognava immaginarselo: nel nostro piccolo avevamo previsto tutto.
    Ma la Francia, in particolare, la Nato e gli stessi Stati Uniti non sentirono ragione: l'imperativo era far fuori il raìs, e nessuno aveva pensato che i successori del despota sarebbero stati peggiori di lui. Così è, invece.

    Maledetto il giorno in cui l'Europa (esclusa la Germania) e gli Usa decisero di impegnarsi militarmente per rovesciare un regime senza preoccuparsi delle conseguenze.
    La speranza, tenue, è che il massacro compiuto ieri sia un episodio isolato e non l'inizio di un ciclo di spietatezze cui i fondamentalisti islamici sono avvezzi.
    L'11 settembre 2001 non è stato dimenticato.
    Come reagirà Washington non è ancora dato sapere, ma è improbabile che il presidente Barack Obama, in piena campagna elettorale, rimanga con le mani in mano.
    Una tragedia tira l'altra. Questa è l'unica certezza.

    Il Giornale, Vittorio Feltri, 13.9.2012

  • a dire il vero il povero ambasciatore é morto x delle inadeguate procedure di sicurezza e evaquazzione anti incendio... checché ne dica il breivik nostrano che scalpita come un ossessso...
    addirittura dando le colpe all'obama... :?: :?: :?:

    • Perche parli?

      Cmq hai ragione, ci sono stati problemi nel processo di evacuazione: difficile metterlo in atto quando alcune centinaia di capre barbute tirano rpg a tutto spiano.

  • Emergono notizie secondo cui l attacco era da lungo organizzato: l'hanno trascinato per strada, violentato e linciato.

  • L'UCOII é il braccio dei fratelli musulmani in Italia, osteggiato persino da altre organizzazioni islamiche, come il COREIS (Comunità Religiosa Islamica).
    http //www.coreis.it/Testi/UCOII%20E%20COREIS%20_%20una%20differenza%20radicale.PDF

  • Intervista all'Iman Yahya Sergio Pallavicini

    "La mia fede è integrale ma non sono integralista"

    Il fondamentalismo
    contraddice le radici coerenti
    dell’Islam, dice Yahia Pallavicini, vicepresidente
    della Comunità Relisiosa Islamica italiana. I terroristi, come
    Osama bin Laden, sono criminali millantatori. Ma nella Comunità
    islamica internazionale si ha una profonda crisi
    d’intentità e di valori, e un diffile rapporto
    con la modernità

    Yahya Pallavicini è un giovane Imam, colto e dai modi affabili è la persona giusta per far pace con l’Islam, dopo tutti gli allarmi che ci arrivano da tutte le parti.

    L’avrei voluta chiamare Sheikh, ma credo lei sia piuttosto giovane…
    Ho 43 anni, in effetti sono giovane per essere chiamato sheikh, come invece viene chiamato mio padre riconoscendo la sua saggezza tradizionale.

    Però lei è un Imam, ha studiato per diventarlo?
    Bisogna avere una competenza della dottrina e della lingua sacra, bisogna lavorare molto per assimilare gli insegnamenti dei maestri e far maturare una sensibilità in grado di ritrasmettere la conoscenza della natura spirituale della religione ai fedeli. Ho studiato sia in Italia sia all'estero, nel mondo islamico.

    L’Islam non ha un clero nel senso cattolico, immagino lei non sia pagato per fare l’Imam… ha un altro lavoro?
    Insieme ad alcuni amici ho fondato una società di intermediazione immobiliare, ma da anni non me ne posso occupare a tempo pieno, sono impegnato con pubblicazioni, lezioni, consulenze.
    Quello che doveva essere un’attività di volontariato e testimonianza sta diventando la mia occupazione principale. Per fortuna la mia famiglia mi sostiene generosamente.

    Sono un po’ perplesso quando si accostano i termini Islam e moderato, ma lei ha fama di essere un moderato.
    Condivido le sue perplessità e spesso mi considerano un moderato quando mi confrontano ad un’estremista, ad una persona violenta, arrogante o addirittura a un terrorista: rispetto a questi sono assolutamente un moderato. Tuttavia non mi identifico come un moderato nella fede.
    Certe volte la fede può essere vissuta con moderazione, ma non è il mio caso, vivo la mia fede in totale integrità, senza per questo diventare integralista. L’appartenenza religiosa può essere vissuta con una sensibilità moderata o con una sensibilità piena, senza per questo risultare, bigotti o intransigenti.
    Un musulmano può cambiare religione?
    Un musulmano nella società contemporanea può cambiare religione, viviamo in una società dove le regole e le leggi sono regolate da un sistema secolare, laico, dove i diritti umani e la libertà di coscienza costituiscono il principio su cui basare il rapporto responsabile tra le persone anche con la propria vita religiosa.
    Nel caso invece dovessimo parlare in linea di principio o di rispetto di un ordine spirituale, il discorso si fa più complesso. Sono dell’idea che la religione è una dimensione intima con cui si nasce, per cui rimango perplesso su ogni tipo di conversione, perché la religione non può essere ritenuta come un partito politico che può essere cambiato come una qualunque idea; è qualcosa che ha a che fare con la fede in Dio, non con il sentimento per una persona o l'emozione per una squadra di calcio. Cambiare religione deve comportare delle speciali motivazioni da seguire che devono trovare necessariamente delle corrispondenze eccezionali e armoniose con la fede di nascita.
    Nell’Islam la regola per il musulmano è quella di credere nella profezia dell’ultimo messaggero Muhammad, e di rispettare la sacralità di tutti le rivelazioni precedenti, in particolar modo le altre due comunità del monoteismo abramico, il cristianesimo e l'ebraismo.

    Viviamo in tempi e luoghi in cui vige il rispetto dei diritti umani e della democrazia, proviamo a traslare questi luoghi in altri posti, come ad esempio l’Arabia Saudita. Reputa accettabile le punizioni per apostasia comminate a chi cambia religione?
    Io sono contrario a qualsiasi tipo di omologazione culturale, parto dal principio che qualcosa che può essere un bene per un Paese non necessariamente possa essere esportato altrove. Sono convinto che la democrazia sia il miglior sistema per la convivenza dei popoli nella società contemporanea, ma non sono un fanatico della democrazia. La democrazia “per tutti” rappresenta un falso storico, la democrazia è applicata e gestita in maniera differente anche tra la Francia e l’Italia.
    Detto questo, io sono molto critico sul modo di condannare gli apostati da parte della dinastia Saudita, non riconosco l’ideologia wahabita come una interpretazione ortodossa della religione islamica, e di conseguenza non trova per me nessuna corrispondenza tradizionale, di sensibilità spirituale, di coerenza religiosa, il fatto di costringere degli uomini e delle donne a delle applicazioni della legge “islamica” basata su una interpretazione puritana e ideologica che, secondo me, non corrisponde alla reale natura della dottrina islamica. Questo il mio giudizio da religioso, una difesa dell’autenticità dello spirito religioso rispetto alla politica Saudita.

    A volte la ragione democratica si scontra con quella teocratica come nel caso dell’Iran…
    Ho seguito con molta attenzione l’Iran del riformatore Khatami, ed è interessante come gli iraniani hanno cercato di trovare un artificio giuridico in una cosiddetta Repubblica islamica, dove c’è una specie di Repubblica democratica con un presidente eletto, ed un consiglio degli Ayatollah che rappresenta una componente di saggezza e garanzia.
    E’ un tentativo interessante, finché ci sono leader illuminati, come appunto Khatami, può avere un equilibrio; quando invece c’è un leader come Ahmadinejad, pur rispettando la dottrina che enfatizza le attese messianiche ed escatologiche che sono dietro alla sua politica, devo dire che le sue posizioni sono lontane dalla scienza di un “buon governo”, sia in campo internazionale, sia nel rispetto delle diversità culturali e religiose, e spesso anche molto distanti dalla religione islamica.

    Per fortuna non tutti i Paesi islamici sono come Iran o Arabia Saudita…
    No, infatti può rappresentare un esempio il Regno del Marocco, che ho avuto la fortuna di osservare da vicino ai tempi in cui era governato da Sua Maestà Hassan II, un re realmente illuminato che ha nominato al suo interno ministri anche di religione ebraica, ha sempre garantito la libertà di culto ad ebrei e cristiani. Una monarchia aperta al rinnovamento sociale e politico che garantisce il pluralismo religioso e culturale.
    Per carità, nessun governo è perfetto ma quello marocchino è sicuramente un esempio interessante, come può esserlo in altri aspetti la Tunisia o l’Egitto.

    Bin Laden accusa di apostasia tutti quei religiosi islamici che non sono schierati per la lotta. I sapienti islamici accusati da bin Laden non hanno mai replicato a queste accuse.
    Credo sia successo, anche se poco enfatizzato. C’è stato un incontro ad Amman nel 2004, poco dopo gli attentati di Madrid, un incontro intrareligioso dove ho partecipato, in cui si sono trovati d’accordo sunniti, sciiti, rappresentati delle scuole teologiche, giuridiche, mullah, imam, ulama intellettuali, in un documento “The Message of Amman” in cui si chiarisce in maniera inequivocabile la totale estraneità di questa deviazione perversa che è il fondamentalismo islamista, dalle radici coerenti della nostra fede.
    Siamo consapevoli che quello che dice bin Laden oggi non è una cosa nuova, l’inizio del fondamentalismo e dei Fratelli Musulmani in Egitto aveva come principale obiettivo di colpire i sapienti musulmani, poiché rappresentavano il solo ostacolo per cercare di rivendicare pretestuosamente e con violenza la loro autorevolezza. La vera autorità dell’Islam e nell’Islam.
    I falsi sapienti sono i fondamentalisti, per dirla giornalisticamente, “talebani”, che vorrebbero, sulla base di cosiddette scuole coraniche, seppellire le donne sotto un burka, tenere i figli nell’ignoranza e legittimare la violenza verbale e militare nei confronti dell’Occidente, degli ebrei e dei cristiani. Questo non ha nulla a che fare con la storia, il patrimonio e le basi della cultura islamica.

    Sì, ma nessuno oltre a riferimenti generici si è mai preso la responsabilità di denunciare l’eresia di bin Laden o del mullah Omar.
    Questo è vero, legittimo, ma è un’interpretazione riduttiva delle attività dei grandi sapienti islamici. Personalmente dibatto e critico Yusef al Qaradawi (telepredicatore islamico in onda su al-Jazeera), noi non vogliamo prestarci alla logica dei fondamentalisti e costruire tribunali islamici, noi dobbiamo chiarire questioni di fede, come religiosi noi non siamo rappresentanti istituzionali, sono i governi, magari sulla base del consiglio dei sapienti islamici, che devono cercare le leggi per regolamentare ed isolare frange o singoli fondamentalisti.
    Ogni volta che c’è un attentato non possiamo giustificare l’Islam, in realtà certe violenze che siano dialettiche o fisiche, sono fatte da criminali, non c’è nessuna legittimità che può giustificarle, tantomeno la dottrina Islamica. Ad esempio il recente attentato alla scuola rabbinica è quanto di più contrario al buon senso, al buon gusto ed al rispetto della vita umana, dal punto di vista religioso attaccare una scuola sapienziale di uomini e donne che si dedicano alla conoscenza della scienza sacra è qualcosa che il Profeta stesso avrebbe condannato con grande rigore.
    Dobbiamo far sì che tutti sappiano che non c’è spazio per la strumentalizzazione della religione per dei sceicchi alla bin Laden che invece vogliono costruire su queste basi la loro utopia, come fecero Stalin o Lenin in altri tempi.

    Il fondamentalismo si nutre di rivendicazioni, una di queste è il conflitto Israelo-Palestinese. Tutti auspicano una pace, ma fino adesso poche proposte concrete. Dove dovrebbero, secondo lei, arretrare gli uni e gli altri per arrivare alla pace?
    Purtroppo per quello che conosco non vedo presupposti alla pace; supporto tutte le iniziative internazionali perché guai se dovessero interrompersi i negoziati. Il problema grosso è che non ci sono i presupposti di base perché questa pace possa realizzarsi in tempi brevi. Soprattutto manca la società civile tra i palestinesi , il che impedisce di poter costruire una governabilità ed una rappresentanza democratica credibili, perché tra i corrotti di Fatah ed i criminali di Hamas, non c’è nessuna possibilità di buon governo.
    Dall’altra parte gli israeliani hanno confezionato uno Stato legato alla dottrina ebraica, con uno Stato che deve avere delle radici ed una maggioranza di ebrei; questo presuppone che Israele non possa aprirsi ad una cittadinanza multiculturale e multiconfessionale, questa potrebbe essere una soluzione.
    E’ molto impopolare per un musulmano non essere un sostenitore dei due Stati, ma avere due Stati presuppone che ogni Stato sappia gestire il proprio sulle basi di una buona governabilità e di rispetto della sicurezza nazionale. Questo non è invece possibile per la difficoltà di far maturare una classe politica palestinese che non sia corrotta o formata da agitatori di popolo.
    Finché i giovani palestinesi, magari con l’aiuto dell’Europa, non prenderanno in mano le sorti del proprio destino uscendo dal duopolio che li sta attualmente governando, la pace tarderà ad arrivare.

    Il muro di difesa israeliano… si o no?
    No.
    Perché?
    Sono una persona di religione e di apertura culturale, spero che i muri siano abbattuti piuttosto che costruiti; certo quello sul muro di difesa è un no con tanti ma.

    La guerra civile scoppiata in Iraq ha provocato migliaia di vittime tra i musulmani e non per mano degli americani ma per lotte intestine. C’è una qualche legittimità religiosa a tanta crudeltà?
    Non c’è nessuna legittimità per la violazione fisica dell’incolumità di un’altra persona. La violenza è un errore e non può trovare una legittimazione. La violenza tra musulmani è ancora più paradossale.

    L’intervento americano in Iraq. Un errore?
    L’intervento americano in Iraq e sovietico in Afghanistan sono stati i più grandi errori politici mai fatti dalle superpotenze, con conseguenze gravi dal punto di vista economico e militare, non avendo neanche successo rispetto agli obiettivi delle azioni militari che fossero la sicurezza internazionale o il controllo di certe aree.

    In Iraq e in Palestina più di ogni altro posto al mondo è stato fatto uso di kamikaze. Il suicidio non è ammesso dall’Islam, anche se secondo una certa dottrina lo shahid non è un suicida, poiché la vita e la morte sono già preordinate da Dio. Come si può controbattere a questo assioma che invece giustifica gli uomini-bomba?
    Il fatto che sia oggettivamente difficile poter smontare questa costruzione artificiosa è un segno evidente della decadenza e dell’ignoranza del popolo musulmano, in riferimento alla natura della propria religione.
    Il termine shahid vuol dire testimone, viene tradotto come “martire” nel senso di colui che dedica la sua vita alla fede, a tal punto che rinuncia alla vita stessa. Tutto questo non mette in discussione la sacralità della vita altrui e l’errore di attentare alla propria vita legittimando anche l’omicidio di altri. Dal punto di vista religioso si commette un doppio peccato. Ogni persona dotata di buon senso, può certamente capire che l’artificio creato ad arte dagli ideologi del terrore non può essere vero; invece, la crisi identitaria, l’emotività, l’irrazionalità, le psicosi collettive, giocano un ruolo fondamentale nella concezione del testimone traviato a tal punto da legittimare i cosiddetti martiri.
    Il vero martirio, secondo i sapienti di questi ultimi secoli, prevede come unica forma di realizzazione il martirio intellettuale. La necessità di trovare le risorse per far prevalere nella propria anima quelle possibilità positive, rispetto alla crisi tradizionale che sta devastando le certezze della fede nell’Islam. Un discorso questo che vale per tutte le religioni.

    Tanti religiosi fondamentalisti hanno scritto delle fatwa pro-attentati o pro-shahid, e non mi pare che i sapienti e gli intellettuali musulmani che lei spesso cita abbiano però fatto il contrario. Come mai?
    Tradizionalmente i sapienti si sono distinti per cercare di orientare il popolo per trovare delle risposte anche giuridiche per delle esigenze di carattere spirituale.
    La prova dell’eterodossia dei falsi sapienti filo-fondamentalisti è quella invece di legiferare in termini moralistici con un puritanesimo che però crea delle pseudo-regole di comportamento o di disgregazione delle regole di convivenza civile dell’Occidente o dell’Oriente. Creano mediante tribunali islamici una società parallela e su questa base legiferano, cercando di gestire un potere e stravolgendo l’ordine attuale.

    Tanti italiani si stanno convertendo all’Islam. Lei ha il polso della situazione?
    Su oltre un milione di musulmani residenti in Italia più del 95% sono di origine immigratoria, i restanti sono italiani musulmani tra convertiti e naturalizzati.
    Le conversioni sono prevalentemente per ragioni sentimentali, in caso di matrimonio misto l’uomo per poter sposare una musulmana è spesso invitato a convertirsi, mentre non è richiesto alle donne che sposano un musulmano. In altri casi ci sono delle conversioni per motivi di fede, soprattutto legati al movimento più interiore del sufismo.

    E’ vero che i convertiti occidentali, quelli che non abbracciano l’Islam per motivi di amore o convenienza, sono sempre un poco più fondamentalisti rispetto a chi nasce musulmano?
    Non generalizzerei, ma sia in Europa sia in Italia, effettivamente esiste una minoranza di convertiti, non per fede o per amore, che sono passati all’Islam perché delusi da esperienze di comunismo o fascismo, e vivono il loro essere musulmani come una terza posizione per risolvere i problemi dell’umanità con un nuovo ordine mondiale.
    Hanno sposato questa loro ideologica interpretazione dell’Islam facendone una base di una loro militanza rivoluzionaria.

    Un aggettivo per… Osama bin Laden
    Un millantatore dell’Islam, un idealista malato.

    Nasrallah (leader degli Hezbollah libanesi)?
    Non ho nessuna simpatia per la persona e non riconosco legittimità al suo gruppo.

    Yassin (l’ex leader di Hamas)?
    Un ideologo nostalgico…

    Arafat?
    Una persona incapace di gestire la responsabilità che si era assunto.

    Ahmadinejad e il suo programma nucleare?
    Libero di governare come crede, è inaccettabile la sua politica internazionale e la mancanza di rispetto verso altri Stati o altri popoli.

    Bush?
    … meglio Obama…

    Sharon?
    Un generale che alla fine della sua vita ha cercato di lavorare per il dialogo, senza successo.

    Quante persone nell’Islam attuale condividono quanto lei ha detto per quanto riguarda l’apostasia, il fondamentalismo o alcuni musulmani - diciamo - “in vista”?
    Sicuramente una minoranza. Però questo fatto va spiegato. C’è una profonda decadenza nella comunità islamica internazionale e una profonda crisi d’identità in termini di confusione tra identità spirituale, appartenenza nazionale ed apertura intellettuale rispetto al dialogo fra le culture e le civiltà. Tutto questo è aggravato da un rapporto con l’Occidente post-coloniale e da un rapporto con la modernità che non è stato digerito. Quindi c’è una crisi di valori, di sistemi, di giurisprudenze, di sensibilità e priorità dei valori della vita. In tutto questo caos figure di riferimento preparate e consapevoli, capaci di mettere ordine in questa decadenza, sono poche, ma assolutamente in grado di ri-orientare i fedeli verso i veri valori dell’Islam.
    Detto questo, occorre sottolineare che la maggioranza dei musulmani non è in preda all’odio o all’eversione, ma si trova in una situazione di crisi di mancanza di riferimenti che se non trova le risposte positive, potrebbe perdere la propria identità o sposare i nuovi travestimenti identitari che i fondamentalisti vogliono promuovere.

    Veniamo alle cose di casa nostra…Veltroni o Berlusconi?
    Casini.

    Finale dei mondiali di calcio: Italia contro il resto della Umma (comunità dei credenti musulmani), lei per chi giocherebbe?
    Sarei un giocatore dell’Italia, di fede musulmana, ovviamente.

    fonte: poliziaedemocrazia.it
    Leandro Abeille

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