Finora François Hollande ha evitato di affrontare le questioni legate all’Unione europea, cosciente di quanto siano pericolose per il suo fragile rapporto con i francesi.
Ma i nodi dovranno venire al pettine, scrive il quotidiano francese Le Monde : “Se la crisi si aggravasse, la Francia potrebbe andare incontro allo stesso destino dell’Italia ed essere presa d’assalto dai mercati finanziari. Se si mitigasse, potrebbe ugualmente andare incontro allo stesso destino dell’Italia, dato che i mercati scoprirebbero quanto sono deboli le condizioni di salute dell’economia .
Se il presidente francese elude il tema Europa è perché questo tema non è in grado di costituire un orizzonte politico.
[…] L’Europa si è spaccata in mille pezzi per i propri fallimenti e la propria crisi di legittimità, di cui si è preso atto nel 2005 con il duplice “no” dei francesi e degli olandesi alla Costituzione europea. La crisi dell’euro … non fa che confermare questa sfiducia.
[…] François Hollande non dice nulla sul futuro della Francia in Europa e sulla globalizzazione. Nella crisi, la maggior parte dei paesi in difficoltà adotta il modello delle riforme alla tedesca. Liberamente o per coercizione. E la Francia si ritroverà davanti questa stessa scelta.
Questa è l’analisi dell’ex primo ministro Jean-Pierre Raffarin. “A un certo punto si chiederà ai francesi di scegliere tra i Pirenei e il Reno, di essere come i tedeschi o gli spagnoli”, assicura il senatore dell’Ump.
E proprio un allineamento con la Germania è stato a gennaio l’effimero fulcro della campagna per la presidenza di Nicolas Sarkozy. Dopo aver deriso la politica di Berlino, da lui considerata sacrificale, ne ha poi fatto un modello da copiare.
Da questo punto di vista Hollande non si esprime, tanto sul piano nazionale quanto su quello europeo. Sul versante europeo, il presidente spera che l’Unione porti a termine con successo la corsa a ostacoli che ha davanti, con tutta la lagna dei bailout, delle elezioni, dei verdetti costituzionali, così da permettere finalmente agli investitori di imboccare di nuovo la strada verso il sud dell’Europa.
Spera che questa tregua europea gli consenta di recuperare un piccolo margine di manovra nazionale per portare a buon fine la propria agenda biennale.”
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