La crisi ha scosso l’Unione europea nelle sue stesse fondamenta, scriveva Eric Toussaint nell’aprile 2011 sul portale d’informazione globalresearch.ca : “Con l’aiuto e il favoreggiamento dei governi attualmente in carica, della Commissione europe, della Banca centrale europea e del FMI, gli istituti finanziari responsabili della crisi stanno facendo un sacco di soldi speculando sul debito pubblico.”
“Una parte significativa del debito pubblico nei paesi dell’Unione europea è illegittima – prosegue Toussaint nel suo articolo ancora oggi più che mai attuale – in quanto è il risultato di una politica deliberata da parte dei governi che hanno deciso di privilegiare sistematicamente le classi agiate, a scapito di altri membri della società.
La riduzione delle imposte sui redditi più elevati, sulla ricchezza personale e sugli utili delle società private hanno indotto le autorità ad aumentare il debito pubblico per compensare il calo delle entrate pubbliche.
Essi hanno inoltre aumentato il carico fiscale sulle famiglie a basso reddito, cioè sulla maggioranza della popolazione.
Inoltre, il salvataggio del 2007-2008 delle istituzioni finanziarie private responsabili della crisi, ha significato un enorme dispendio di denaro pubblico e un rapido aumento del debito pubblico. La diminuzione dei ricavi a causa della crisi innescata da istituzioni finanziarie private, ha dovuto essere finanziata ancora una volta dal massiccio ricorso al prestito.
Da tale contesto si evince chiaramente l’illegittimità di una parte significativa del debito pubblico.
In un certo numero di paesi ricattati dai mercati finanziari si devono aggiungere altre fonti evidenti di illegittimità.
Dal 2008 in poi, il denaro pubblico è stato preso in prestito da banche private (ed altre istituzioni finanziarie private), che hanno usato il denaro ricevuto a tassi molto bassi dalle banche centrali, per speculare e costringere i governi ad aumentare gli importi che vengono loro versati.
In paesi come Grecia, Ungheria, Lettonia, Romania e Irlanda, i prestiti del FMI sono stati concessi a condizioni sfavorevoli agli interessi economici e sociali della popolazione. Peggio ancora, queste condizioni favoriscono di nuovo le banche ed altre istituzioni finanziarie. Devono quindi essere considerate illegittime.
Infine, in alcuni casi i governi sono andati contro la volontà del popolo: per esempio, mentre nel febbraio 2011 una grande maggioranza degli irlandesi ha votato contro i partiti che avevano concesso regali ai banchieri ed accettato le condizioni imposte dalla Commissione europea e dal Fondo monetario internazionale, la nuova coalizione di governo ha attuato le stesse politiche di quelle precedenti.
In una tale situazione problematica, sapendo noi che numerosi paesi dovranno presto affrontare uno scenario di insolvenza per mancanza di denaro, e che il rimborso del debito illegittimo è inaccettabile per definizione, dobbiamo parlare a voce alta e chiara a favore della cancellazione del debito illegittimo.
Il costo della cancellazione deve essere sostenuto dalle istituzioni finanziarie private, vale a dire da quelli che sono responsabili della crisi.”
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