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L’Europa del sud insorge contro l’austerità

Centinaia di migliaia di persone hanno manifestato in questi giorni in Grecia e in Spagna contro la politica di austerità condotta dai rispettivi governi. Decine di persone sono state ferite negli scontri con la polizia. Oggi i dirigenti europei pagano il prezzo degli errori che hanno commesso, sostengono gli analisti, e il punto di non ritorno è stato raggiunto.

Prima delle manifestazioni in Spagna e in Grecia, migliaia di persone avevano già protestato contro l’austerità, settimana scorsa in Portogallo. Per il giornale portoghese Diário Económico, è la maniera di sanzionare politici europei che da anni percorrono strade sbagliate : “L’Europa sta vivendo un sorta di déjà-vu, la replica di modelli e risposte che hanno fallito.
E gli asini – cioè noi meridionali, che non sappiamo comportarci e meritiamo una lezione – continuano a provare il bastone senza vedere alcuna carota.
Non si può considerare Merkel responsabile degli errori commessi in questi dieci anni dai governi portghese, spagnolo e greco. Ma si può e la si deve considerare responsabile di quanto accaduto in questi due anni.
… Lo smantellamento della Zona euro è in corso da due anni, oggi raggiungiamo ormai un punto di non ritorno, sui mercati e anche nelle strade. Una situazione pericolosa dalla quale nessun ‘Super Mario’ verrà a salvarci.”

In Grecia, mercoledì uno sciopero generale ha paralizzato gran parte della vita pubblica. Secondo il quotidiano tedesco Der Tagesspiegel, molto greci non hanno nemmeno più la forza di andare a manifestare : “All’esterno del centro di Atene, dove si sono riuniti circa 100’000 manifestanti, non si è quasi sentito parlare dello sciopero generale.
Se tanti greci sono arrabbiati, tanti altri sono rassegnati. Il primo ministro Antonis Samaras questo fine settimana continuerà i difficili negoziati con la troïka sui dettagli del programma di austerità.
Il punto seguente sulla sua agenda sarà il voto parlamentare sulle leggi di austerità.
Se tutto va come deve andare, la Grecia potrebbe ottenere il versamento del credito tanto atteso di 31,5 miliardi di euro, ma anche con questo aiuto il paese in crisi non sarà tolto dai guai.
… L’economista Peter Bofinger ha ragione quando dice che la troïka persegue una falsa terapia nei paesi in crisi. In effetti, quello di cui la Grecia ha bisogno è un programma di rilancio della crescita per far ripartire l’economia e che la popolazione possa ancora avere speranza.”

Redazione

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