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Risanamento finanze cantonali. L’Associazione dei comuni ticinesi critica la proposta di un contributo dei cittadini

comunicato stampa

L’Associazione dei comuni ticinesi (ACT) ha preso atto con sconcerto e disappunto che il Consiglio di Stato, nel Messaggio sul Preventivo 2013 presentato oggi alla stampa, propone al Parlamento di affibbiare ai Comuni un contributo di circa 60 franchi pro-capite per il risanamento delle finanze cantonali.

Lascia perplessi anche la modalità di comunicazione della misura, sulla quale la neo costituita ACT ha richiesto invano di esprimersi prima dell’adozione del messaggio governativo.
L’assemblea costitutiva di ACT si era peraltro già espressa all’unanimità contro questa misura, come riportato da tutti gli organi di stampa, in particolare poiché si paventava ciò che è effettivamente successo, ossia che la proposta del Governo fa astrazione della forza finanziaria dei Comuni.
Premesso che il Cantone – come qualunque amministrazione funzionante in modo corretto –
dovrebbe far quadrare i suoi conti in modo autonomo, rivedendo se del caso entrate e uscite, ma senza ricorrere al facile “scaricabarile” di mandare la fattura ad altri, a risultare particolarmente problematico è infatti il principio del contributo pro-capite.
Si procede cioè come in caso di aumento di imposte si volesse affibbiare un tanto in più a persona, senza alcuna considerazione dei più elementari principi di equità e solidarietà.
Ammesso e non concesso che, in casi straordinari, un contributo ai Comuni possa essere richiesto (cosa che nella situazione attuale è comunque più che discutibile, considerato come sicuramente non tutte le spese dello Stato sono strettamente necessarie), l’eventuale onere “ribaltato” dovrebbe essere semmai commisurato alla forza finanziaria di ogni singolo ente: in caso contrario si penalizzano i Comuni finanziariamente deboli, che già oggi faticano a far quadrare i loro bilanci.
L’ACT auspica pertanto che la Commissione della gestione prima, il Gran Consiglio poi sappiano dimostrare maggior realismo (anche al momento di votare la spesa pubblica) e maggior senso di equità. Sarebbe oltremodo preoccupante se la proposta contenuta nel Messaggio in questione dovesse far scuola!

Redazione

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