L’UDC Ticino ha preso atto con sdegno delle minacce inviate al Consigliere di Stato Norman Gobbi, indici di un modo di far politica che solo fino a qualche anno fa non trovava terreno fertile nel nostro paese, abituato alla lotta ideologica circoscritta all’ambito democratico e, perché no, civile. Purtroppo, queste vili e rigorosamente anonime azioni stanno prendendo piede anche da noi, ed è troppo facile ribaltare – come fanno certuni – la responsabilità sui modi di far politica della Lega e, soprattutto, del Mattino della Domenica. Toni che spesso nemmeno l’UDC condivide ma che, al di là degli irrealizzabili proclami populistici, rimangono comunque nell’ambito di un dibattito nel quale le soluzioni concrete dei problemi si cercano – e qualche volta si trovano – all’interno degli organi istituzionali democratici, e che non giustificano assolutamente questa deriva nell’anticamera del vero e proprio terrorismo.
E se c’è un biasimo da rivolgere alla Lega e al Mattino circa il linguaggio utilizzato – che peraltro a qualcuno piace, visto il successo elettorale – questo non può assolutamente toccare i due Consiglieri di Stato leghisti il cui modo d’esprimersi è ineccepibile dal punto di vista della forma, dell’educazione e della civiltà.
L’UDC Ticino, oltre che la sua solidarietà nei confronti del ministro Gobbi e della sua famiglia, esprime la sua riprovazione per un gesto vile e indegno di una società civile. Tentare di trovarne la benché minima giustificazione – come fanno taluni ambienti – o anche solo restare silenti di fronte a tale atto, significa colpevole connivenza, quando non addirittura complicità.
UDC Ticino
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