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Il preventivo 2013 dimostra la necessità della tassa sui milionari – Partito Comunista

… Altro che la “ecotassa” sui frontalieri!

Il Partito Comunista prende atto dei numerosi tagli proposti dal Consiglio di Stato nell’ambito del Preventivo 2013 del Canton Ticino. Si tratta di misure pesanti che segnano una continuità con la politica neo-liberista del passato. Deludenti le dichiarazioni soprattutto del ministro socialista Manuele Bertoli che ha pubblicamente affermato la solita litania della “simmetria dei sacrifici” con quella stessa retorica utilizzata in passato dal ministro liberale: non è corretto da un punto di vista socialista affermare che “tutti devono fare sacrifici”: la crisi economica e il deficit dello Stato ha dei colpevoli ben definiti e per le responsabilità altrui non possono sempre essere i lavoratori a pagare!

Al posto delle fantasiose e irrealizzabili tasse sui lavoratori frontalieri, quando semmai andrebbero tassati i padroni (spesso anche leghisti) che aprofittano della manodopera a basso costo, il Partito Comunista rilancia la sua proposta di “Tassa dei milionari” (http://www.partitocomunista.ch/milionari). Si tratta di una tassa progressiva che colpisce chi possiede sproporzionatamente troppo rispetto alla maggioranza della popolazione: uno strumento fiscale, insomma, che può essere utilizzato per appianare le divergenze sociali e per far fronte a momenti di crisi economica, attingendo da chi può permetterselo, i fondi necessari per rilanciare l’economia.

Con una imposta patrimoniale del genere in Ticino sarebbe chiamato alla cassa solo il 2% della popolazione, cioè solamente i più facoltosi che dichiarano oltre il milione di franchi di patrimonio (esclusa la prima casa) e in un anno si potrebbero ricavare 340 milioni di franchi, che sarebbero sufficienti per coprire il deficit. La simmetria dei sacrifici porta alla cassa allo stesso modo il milionario e il lavoratore precario, la “Tassa dei milionari” è invece una soluzione più equa che favorisce la grande maggioranza della popolazione lavoratrice di questo Cantone.

Partito Comunista, sezione ticinese del Partito Svizzero del Lavoro
Massimiliano Ay, segretario politico

Relatore

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  • L'idea che ti piace di più (quella che nel termine "neo-liberismo&associati" debba individuarsi un'armata bracalone finalizzata all'abbattimento dello stato sociale attraverso l'abbattimento della tassazione dei redditi) avrà indubbiamente il merito della semplicità di uno slogan propagandistico, ma è estremamente riduttiva, perché fa tabula rasa di molti altri valori, difesi dall'"armada", che riguardano la libertà e la responsabilità individuali, e soprattutto perché lo stato sociale si sta rottamando da solo e non certo perché l'imposizione fiscale sia bassa.

    Ovunque, come ben sai, le tasse si applicano sui redditi e per fare reddito bisogno guadagnare, per guadagnare bisogna lavorare e per lavorare occorre che qualcuno acquisti i tuoi prodotti o i tuoi servizi. Ma può succedere (ed è il caso della crisi che attuale) che si ci accorga all'improvviso che il lavoro non c'è o non c'è più come prima . E alla possibilità che il mito della "crescita continua", attraverso la cui tassazione finanziare le promesse fatte ai cittadini, si riveli una tragica boutade ognuno dovrebbe sforzarsi di dare una risposta o almeno una spiegazione.

    Oggi assistiamo a tre posizioni distinte:

    1) la sinistra si illude che le promesse del welfare si possano mantenere aumentando le tasse su redditi che non ci sono, né ci saranno più e brancola intellettualmente nell'individuazione delle cause vere del disastro appellandosi genericamente all'etica, agli stipendi dei manager, alla globalizzazione ecc. ecc.

    2) la destra sposa la tesi keynesiana (mi sono davvero spanciato dalle risate quando ho sentito il "nano" invocare per il Ticino "un po' di Keynes") di drogare con ogni mezzo la perpetuazione della crescita infinita e diminuire al contempo le tasse (questa è una tesi trasversale ai vari schieramenti politici e che, almeno nella parte relativa alla tesi leghista, trova d'accordo perfino la sinistra doc, quella, tanto per intenderci, che un tempo denunciava l'eccesso di "consumismo")

    3) la posizione di chi si richiama agli insegnamenti della scuola austriaca di economia è invece la seguente: il mito della crescita continua e, di conseguenza, il welfare state (nel modo come su quel mito è stato concepito) non sono né intellettualmente né praticamente sostenibili, e quindi ci avviamo verso il crac del sistema per auto-implosione. Secondo questa scuola la responsabilità è del sistema bancario, in particolare delle banche centrali e delle banche commerciali. Entrambe, con la compiacenza interessata di politici illusionisti e demagoghi, hanno esteso a dismisura la massa monetaria e debitoria, pubblica e privata (le prime perché "possono" farlo, essendo in regime di monopolio, le seconde perché "lo fanno" attraverso la vituperata "riserva frazionaria"). Conseguentemente, essendo ormai i buoi scappati dalla stalla, non c'è una soluzione praticabile, ma due sole ed entrambi terribili eventualità (la storia ci dirà quale delle due si avvererà): recessione durissima (con crollo del welfare annesso) o liquefazione del sistema monetario (con crollo del potere di acquisto, perdita dei risparmi e, ovviamente, crollo del welfare).

    Tutto questo pistolotto per dirti che il welfare non crollerà a causa della scuola austriaca di economia, ma a causa dei due compagni di merenda: banchieri e politici.

    Tornando al tema. Io sono incline a ritenere che neo-liberismo abbia un contenuto dispregiativo derivante da quello, altrettanto spregiativo, che i socialisti di tutti i partiti (inclusi i protezionisti) hanno sempre attribuito al liberismo. Quindi quando si cita la parola "neo-liberismo" altro non si vuole indicare che un "nuovo" (neo) ritorno al "liberismo", nel significato peggiore che questo termine (per i socialisti e i protezionisti nazional popolari) sottende.

    • Per quanto riguarda il significato di neoliberismo credo che "i sufficienti spunti di analisi" di zapping concorrano, presi tutti insieme e interpretandoli nel modo desiderato da zapping (e da te), nella definizione che ne ho dato alla fine del mio precedente post e che riassumo sinteticamente:

      «La parola composta neo-liberismo ha un contenuto dispregiativo derivante da quello, altrettanto dispregiativo, attribuito al liberismo. Quindi “neo-liberismo” significa "ritorno al liberismo”, nel significato peggiore che questo termine sottende»
      E che per te il "liberismo" sia veramente qualcosa di spregevole si evince chiaramente dalla tua analisi del "perché non c'è lavoro".
      Nel mio immaginario tu e zapping dovresti essere dei blogger che pendono a sinistra. La cosa non suscita in me nessuno scandalo: infatti considero il desiderio della sinistra di favorire la solidarietà e la fraternità fra le persone un sentimento encomiabile anche se penso che la fraternità non sia promulgabile per legge attraverso la ridistribuzione dei redditi, se no Gesù Cristo diventerebbe superfluo, anzi sarebbe davvero una nullità rispetto a Marx. Per fortuna la storia si è già incaricata di dimostrare ampiamente che il varo della fraternità per legge non funziona, anzi produce dissesti assai peggiori delle pur nobili intenzioni che la alimentano. Ma, al di là di questo, è singolare che la sinistra si ritrovi oggi sulle stesse posizioni delle lobbies dei protezionisti e degli anti-globalizzazione. Il tuo post poteva essere stato scritto da un leghista, invece che da uno di sinistra (come penso tu sia, se no correggimi), e nessuno se ne sarebbe accorto. E in effetti chi, dopo una militanza di sinistra, nell'analisi del "perché non c'è lavoro" commette il tuo stesso errore intellettuale, si ritrova in quattro e quattr'otto nelle braccia del "nano", quasi senza saperlo.
      Detto questo ti sottopongo un'analisi austriaca del "perché non c'è lavoro". Poi fanne quello che ne vuoi o continua ad accontentarti del ciò che si vede e a non mettere a fuoco ciò che non si vede.
      E cos'è quello che si vede? Tutto quello che denunci nel tuo post.
      Cos'è invece quello che non si vede? Non si vede che il sistema bancario (banche centrali e banche commerciali) ha alimentato più debiti del risparmio disponibile. Lo ha fatto attraverso la contraffazione del denaro. Un crimine se lo fa uno di noi, una cosa di cui nessuno si occupa se lo fanno loro. A cosa porta la droga del sistema economico con denaro in quantità superiore al risparmio disponibile? Porta, in una prima fase, al boom economico: è l'apoteosi dei banchieri, dei politici illusionisti e demagoghi e del migliore dei welfare state. Ma, c'è un ma: questo boom non è frutto del risparmio, ma della contraffazione del denaro. In altre parole: l'atleta ha battuto il record non attraverso le sue forze naturali, ma dopandosi. Quando l'effetto della droga termina, per l'insostenibilità oggettiva di una crescita continua, l'atleta è uno straccio: se smette di drogarsi cade in uno stato di debolezza endemica (= recessione, quindi "il lavoro che non c'è più come prima"), se continua a drogarsi ha bisogno di dosi sempre maggiori per tenere alte le sue prestazioni, finché un giorno cade stecchito, stroncato da un'overdose (= liquefazione del sistema monetario).
      Ma, tra la fase in cui "il lavoro non c'è più come prima" e quella in cui si giunge alla "liquefazione del sistema monetario" ce ne un'altra: quella del si salvi chi può. È questa la fase alla quale fai riferimento nel tuo post, QUELLA CHE SI VEDE: si cerca ogni strada percorribile per far fronte alla recessione che arriva, al crac up boom (leggiti l'articolo proprio qui, su Ticinolive, sull'indicatore UBS relativo alla possibilità di innesco della bolla immobiliare in Svizzera, davvero una bella ciliegina sulla torta!). L'irresponsabilità si dirama alla velocità della luce dalle banche centrali e da quelle commerciali ad ogni ganglio dell'attività economica e anche le svalutazioni competitive tra monete diverse, cavalcando le quali i topi saltano da una nave all'altra, si fanno vieppiù virulente. I manager, cosiddetti d'assalto, si scatenano per tutto il pianeta cercando di preservare il profitto aziendale con ogni mezzo (come anche tu fai osservare). Alla fine tutti gli sforzi saranno vani, come dimostrano i rallentamenti economici in atto a livello planetario, anche nei cosiddetti "paesi emergenti". Chi ha la fortuna di rimanere attaccato ai banchieri quando daranno sotto a man bassa alle rotative di stampa arrafferà quanta più carta straccia possibile, che sarà però buona "per un'istante", quel tanto che basta per comprare tutto ciò che appartiene a chi, lontano dai grandi contraffattori, rimarrà povero in canna e con il cerino in mano.
      Ogni azione che miri a eliminare le conseguenze della contraffazione del denaro senza eliminare IL GRANDE SATANA che ne è l'artefice è votata al fallimento.
      Perciò ti invito a non ritrovarti tra le braccia dei protezionisti nazional popolari, ipnotizzato da CIÒ CHE SI VEDE, ma rimani lucido e determinato nella durissima battaglia contro CIÒ CHE NON SI VEDE, o meglio, contro ciò che nessuno dei politici, compagni di merenda dei banchieri, è interessato a farti vedere.
      Il 24 2 25 Novembre a Lugano-Paradiso i libertari in tutte le zapping-varianti si incontreranno per discutere di come APRIE GLI OCCHI alla gente su questi temi. Tu e zapping siete invitati.

  • Un sistema liberista è iniquo per definizione, consentendo ai proprietari dei mezzi di produzione profitti enormi e non giustificabili dall'assunzione del rischio di impresa. Dato che l'unico sistema politico possibile in Occidente è quello capitalista, occorre per lo meno introdurre dei correttivi fiscali improntati alla progressività e delle imposte straordinarie patrimoniali in tempo di crisi. Non tanto per rendere meno ricchi i ricchi ma per rendere meno poveri i poveri.

    • C'è un monopolista dei monopolisti da cui tutto discende eppure nessuno ne parla, quasi che ciò che accade nel mondo possa prescindere da chi "crea" il denaro. Io trovo stupefacente questa omissione: è un po' come accapigliarsi sul modo migliore di spegnere gli incendi senza curarsi di chi li appicca.

  • Il problema, caro Jacopus, sta nel fatto che il populismo cantonticinese gioca su due tavoli. Nel primo sdogana l’insulto cafone della prevalenza sottoculturale, nata dai cosiddetti mezzi di distrazione di massa domenicali, capaci di sottrarre le masse dai reali avversari. Continuano a menarla colla storia dei troppi frontalieri per accumulare consensi di pancia, quindi schede elettorali e quindi potere. Una sorta di ritornello magico che porta le menti e le passioni lontano, tanto lontano dagli interessi della maggioranza dei salariati che costoro finiscono di confondere chi veramente ci guadagna. Sull’altro tavolo, inutile dirlo, favoriscono la sorniona avanzata della globalizzazione sprint anche alle nostre latitudini. L'economia neocapitalista (come giustamente tu ci dici) oltre che essere iniqua, ESIGE la contrapposizione tra salariati. La competizione è l'olio che unge gli ingranaggi del profitto. Un profitto che scivola poi via nei paradisi fiscali in barba ai "coefficienti Gini". Per cui sbandierata velleità regionalistica diventa patetica e fuorviante.

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