“Vinceranno i nemici della democrazia diretta?” – Risponde Mauro Damiani

Sulla recentissima decisione della Cancelleria federale Francesco De Maria intervista il coordinatore dell’ASNI sezione Ticino Mauro Damiani.


Francesco De Maria Agli occhi di una persona non troppo smaliziata la situazione appare paradossale. Le firme sono state raccolte in numero sufficiente (per Germania e Inghilterra). Siccome alcuni comuni con negligenza grave (vogliamo concedere, generosamente, la buona fede) non ne hanno inoltrate 2800 per tempo alla Cancelleria federale, allora queste non contano e i referendum sono falliti. Lei che ne dice, e che ne dice l’ASNI?

Mauro Damiani Personalmente sono disgustato dal fatto che a causa di gravi ed evidenti inadempienze commesse da ben 346 comuni, a pagarne le conseguenze debbano essere i cittadini che, pur avendo sottoscritto i formulari referendari in tempo utile, sono oggi presi a pesci in faccia dall’amministrazione. L’ennesimo esempio di come il Popolo sovrano sia preso in “seria” considerazione dai funzionari.

Il comportamento dei comuni negligenti è stato indagato? È stata fatta un’inchiesta?
MD Svariati comuni svizzeri, come neofiti alla loro prima esperienza, trasmettono i formulari usando la posta B al posto di quella prioritaria in modo tale da impedire de facto il rispetto della scadenza ufficiale della raccolta firme, alcuni invece pensano di trasmettere i formulari usando la posta A il giorno della scadenza sperando che la Posta possa consegnare i formulari nel giro di poche ore grazie al nuovissimo impianto di teletrasporto preso in prestito da una nota serie televisiva del passato. A questi comuni tuttavia si aggiungono quelli più pragmatici che pensano possa essere utile trasmettere le firme mancanti il giorno dopo la scadenza pensando che la Posta possa tornare indietro nel tempo e consegnare gli invii il giorno prima di quando sono stati, in effetti, spediti. La Cancelleria federale, nella sua odierna “lezione di democrazia” ci spiega che i termini per la raccolta delle firme per i referendum sono disciplinati chiaramente nella Costituzione federale (art. 141 Cost.) e nella legge sui diritti politici (art. 66 LDP). In ossequio alla Costituzione federale e alla legge, la Cancelleria federale non ha pertanto considerato valide le firme depositate dopo la scadenza del termine di raccolta, anche se il deposito ritardato rispetto al termine non è in alcun imputabile ai referendisti. Con queste premesse, quale indagine si dovrebbe avviare?

A suo avviso, il governo è estraneo a questa decisione?
MD Assolutamente sì (non sia mai…). I colpevoli sono unicamente quei 346 comuni in Svizzera che sono chiaramente nemici della democrazia diretta e se bisogna concedere loro la buona fede, bisognerebbe concederne molta di più a quei cittadini che, credendo nella democrazia diretta, hanno firmato i formulari per consentire al Popolo di esprimersi in votazione.

Il ricorso al Tribunale federale è sicuro? Quali probabilità ha di essere accolto?
MD Il comitato dell’ASNI ha deciso per il ricorso al Tribunale federale nella sua riunione straordinaria del 29 ottobre. Le probabilità che il Tribunale federale accolga un ricorso come questo, e cioè dove tutte le prove conducono a una negligenza evidente dell’amministrazione, sono direttamente proporzionali al livello di democrazia che vige oggi in Svizzera.

A suo avviso i fautori degli accordi (li conosciamo!) sentono realmente la necessità di bloccare la votazione? In altri termini, se si votasse domani, chi vincerebbe?
MD È probabile. Non m’importa chi vincerebbe se si votasse domani, quello che importa è che a vincere sarebbe la democrazia diretta, tanto cara a noi dell’ASNI, ma anche ai cittadini europei che l’hanno persa e oggi non possono fare altro che rimpiangerla.

Ho sentito esponenti del mondo bancario (e non degli ultimi) argomentare così: “Questi accordi sono un boccone amaro, ma bisogna inghiottirlo perché tutto il resto è peggiore”. Lei come risponde?
MD Rispondo molto semplicemente con una domanda facile facile: quanti di questi esponenti del mondo bancario che sono favorevoli agli accordi saranno direttamente licenziati?

Perché l’UDC svizzera non ha voluto combattere? Lei approva questa decisione? Per quali veri motivi questa decisione è stata presa?
MD Personalmente, com’è ovvio che sia, la decisione dell’UDC Svizzera di non sostenere l’ASNI nella raccolta delle firme per il triplice referendum non mi ha per nulla entusiasmato. Bisogna tuttavia considerare che l’ASNI non è l’UDC e viceversa e pertanto i veri motivi di questa decisione vanno domandati ai vertici dell’UDC.

Chiudo con una domanda assassina. Al di là di possibili “giochi sporchi” degli avversari, l’ASNI ha mostrato a mio avviso in questa importante prova una inquietante debolezza. L’associazione è in crisi?
MD Bisogna rilevare che gli avversari da lei citati non sono nemici dell’ASNI, ma sono più semplicemente nemici del popolo, della democrazia, della Svizzera. L’ASNI gode di buona salute, non c’è nessuna crisi in seno all’associazione e non posso condividere la sua affermazione secondo la quale l’ASNI avrebbe mostrato in questa importante prova un’inquietante debolezza. Evidentemente analizzeremo a freddo la situazione e in seguito ai risultati ottenuti, decideremo il da farsi.

Esclusiva di Ticinolive. Riproduzione consentita citando la fonte.

NOTA. Il prof. De Maria, che si è permesso di porre l’ultima domanda, è membro dell’ASNI sin dalla sua fondazione.

Relatore

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  • Nel merito, come detto in un altro post, l'ASNI (e quindi l'amico Mauro Damiani) hanno perfettamente ragione. Invito però sia l'ASNI che Mauro a riflettere cosa sono oggi le banche e cosa potrebbero invece essere se a prevalere fosse il sistema "a riserva intera", sponsorizzato dai libertari. Da organizzazioni truffaldine diventerebbero allocatrici sane del risparmio.
    Dovrebbe essere infatti chiaro a tutti che, oggi come oggi, stiamo difendendo le uniche istituzioni autorizzate "legalmente" ad emettere "ricevute false", quindi a creare denaro attraverso uno schema Ponzi legalizzato.
    Così facendo, almeno finché lo schema Ponzi funziona, si elargisce benessere a chi ci lavora e in genere anche a chi non ci lavora. Quando lo schema Ponzi salta (è quello che sta avvenendo) si toglie benessere a chi ci lavora e a chi non ci lavora. È il crack up boom.
    Invito l'ASNI e Mauro, in futuro, ad occuparsi anche di questo colossale problema e a sponsotizzare "la riserva intera delle banche" per risparmiare alla Svizzera e ai suoi cittadini bruschi risvegli come quello che stiamo vivendo (imputabile solo in parte agli accordi fiscali).

  • Uella Galeazz un du set sparii? Tu laset sola ul poro Mauro Damian a gesti la situazion? Foi ball!

    • Il responsabile UDC Ticino per la raccolta delle firme (e presidente distrettuale UDC) Tiziano Galeazzi mi ha mandato queste interessanti osservazioni, che pubblico nel Blog.

      TIZIANO GALEAZZI
      Anzi tutto dobbiamo ben definire che la cancelleria federale opera con delle regole che sono state stabilite tempo fa, e fino a che vigono queste regole "arcaiche", antiche e burocratiche, loro andranno avanti così.

      Questa è la dimostrazione che al tempo di regolarizzare il comportamento della ricezione dei referendum o iniziative... nessuno ha pensato a questi inconvenienti.
      Oggi come oggi bisognerà subito agire in tal senso e riparare alle mancanze e cioè far si che il periodo-termine di consegna sia chiaro, come oggi, ma che si possa avere un lasso di tempo tra il termine di consegna e la ricezione delle firme a Berna. Un'elasticità temporale tale da permettere di raccogliere tutto il materiale e di non penalizzare coloro che hanno sottoscritto l'iniziativa o referendum del caso. Dovranno essere tenute in considerazione le date del timbro della cancelleria comunale - come data effettiva - e concedere magari 15 giorni per l’invio. Questo anche in funzione della modalità di spedizione delle cancellerie, sia essa per posta A che per posta B.

      Detto questo direi che questa rigidità burocratica non giova alla decantata "democrazia diretta" che è tanto cara a tutti noi , e che proprio Berna si vanta all’estero di avere. Poi con queste assurde regole taglia gola… si soffoca la più elementare regola democratica. Cioè si priva la popolazione della possibilità di esprimere la sua idea e la sua decisione.
      Se poi in gioco vi sono temi cosi importanti per il nostro futuro economico-finanziario, con tanti posti di lavoro in ballo... beh allora c’è veramente da preoccuparsi.

      Ora tutto sta al TF che ovviamente farà giurisprudenza per la prossima occasione. Non so se vorrà reintegrare queste firme che ci sono ma non sono conteggiate. Ho paura che anche il TF sia influenzato dalle scelte strategiche del CF e da coloro che insistono nel cambiare le regole del gioco della nostra piazza finanziaria.
      Cosa peraltro voluta principalmente dalla Svizzera stessa per fare bella figura di sé e per essere sempre considerata la prima della classe. Ma questa volta più che considerata prima della classe, all’estero è considerata la cretina della classe. Ho amici a Londra che ancor oggi sorridono per non spanciarsi dal ridere per questa assurda "Weissgeldpolitik", che nessuno ci ha chiesto di introdurre. Un’operazione del genere oltre che mettere in serio pericolo migliaia di posti di lavoro in Svizzera, fa il gioco di coloro che ci hanno minacciato all inizio con le loro liste nere e grige, ma che oggi si preparano a ricevere i capitali in fuga dal nostro Paese.
      Se almeno si potessero far integrare queste firme mancanti dal TF, andremmo nei prossimi mesi a spiegare alla popolazione svizzera il pericolo in agguato e i rischi di questa solitaria operazione di "rifacimento della verginitaà”. Non so come andrà a finire la votazione, se vi sarà, ma almeno il popolo avrà deciso del proprio futuro finanziario-economico.

      Non ci resterà nel caso peggiore che sperare nei Laender tedeschi ... ma l’effetto non sarebbe lo stesso che se fosse il popolo svizzero a votare. Non sarebbe legittimata da noi la scelta, ma da altri. Quindi la posta è troppo alta e pericolosa per essere semplicemente fermata da un cavillo legale e da un regolamento burocratico depositato alla cancelleria federale.

  • Caro professore: le considerazioni che il signor Galeazzi le ha trasmesso vanno bene solo per riempire i commenti di questo blog.
    Ormai `e inutile che se la prende con la Cancelleria Federale.
    Ho già avuto modo di dire che il segreto bancario è morto e sepolto
    e Galeazzi si metta il cuore in pace. Come lui ammette, forse, non è detto, che una volta magari il Tribunale Federale dia ragione
    all´ASNI. Anche la speranza che siano i Länder tedeschi ad affossare
    gli accordi presi con il Consiglio Federale, mi sembra cosa fuori luogo. Anche qui, magari ripeto, magari i colleghi dello Steinbrück
    cambiano idea.
    Inoltre T. G. si chieda come mai l´UDC nazionale non ha mosso un dito? :roll:

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