L’anno 2012 si è rivelato l’anno dei fenomeni meteorologici estremi, soprattutto nell’emisfero settentrionale: caldo record alternato a freddo estremo, scioglimento senza precedenti della banchisa artica.
Come si legge nel rapporto annuale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, il 2012 è iniziato con un raffreddamento dovuto alla “Niña” che ha portato a temperature di – 50 gradi in Russia.
In seguito, da aprile, sono progressivamente aumentate le temperature medie superficiali.
“La variabilità naturale del clima è dovuta a fenomeni come “El Niño” o la “Niña”, che influenzano le temperature e le precipitazioni stagionali, ma che non mettono certo in discussione la tendenza generale al riscaldamento sul lungo periodo dovuto alle attività antropiche – si legge nel rapporto.
Il periodo gennaio-ottobre 2012 si pone al nono posto dei periodi più caldi dall’inizio della rilevazione dei dati, nel 1850.
I dati meteorologici definitivi del 2012 verranno pubblicati nel marzo 2013.
Il clima evolve sotto i nostri occhi e continuerà a farlo a causa dei gas a effetto serra, la cui concentrazione nell’atmosfera continua ad aumentare.
Una considerazione che interviene mentre a Doha i diplomatici di 190 paesi sono riuniti sino al 7 dicembre per il summit annuale sul clima.
Gli incontri di quest’anno dovrebbero decidere il futuro del Protocollo di Kyoto e fissare le basi di un vasto accordo previsto per il 2015.
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