Categories: Democrazia attiva

Bertoli faccia il socialista e difenda il diritto di sciopero – Partito comunista

Il Partito Comunista ribadisce il proprio sostegno allo sciopero degli studenti, dei docenti e dei dipendenti pubblici e parapubblici di mercoledì 5 dicembre.

Lo ribadiamo sulla scorta delle polemiche intercorse negli ultimi giorni fra alcuni docenti e il capo del DECS Manuele Bertoli. A quest’ultimo giova forse ricordare che il diritto di sciopero è previsto dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, un’agenzia dell’ONU e che precettare (perché questa è la sostanza!) dei docenti è da considerarsi come comportamento anti-sindacale! Il compagno Bertoli deve ricordarsi che è stato eletto in Consiglio di Stato per portare le idee del socialismo nel governo e non viceversa, conseguentemente dovrebbe battersi come un leone per tutelare in prima persona i suoi dipendenti che incrociano le braccia e non giocare al burocrate legalitario.

I lavoratori coinvolti stanno dimostrando un senso di responsabilità enorme per garantire un servizio minimo in ogni ambito. Questo vale anche negli istituti scolastici dove il 5 dicembre NON sarà – naturalmente! – garantito il servizio educativo normale e conseguentemente non può vigere l’obbligo per le famiglie di mandare i loro figli in una scuola di fatto chiusa. Inoltre pure gli studenti hanno dichiarato lo sciopero e gli allievi potranno quindi manifestare a loro volta.

La volontà di ricercare a tutti i costi il conflitto da parte del Consiglio di Stato e dalla classe politica che dirige il Cantone, la quale propone addirittura di aumentare i tagli nel Preventivo 2013, è da considerarsi irresponsabile e la dimostrazione che le misure di austerità contro i lavoratori e i giovani sono in piena sintonia con i piani di attacco ai diritti sociali e alla stessa democrazia in voga nei paesi membri dell’Unione Europea.

Quanto alla forza maggioritaria a sinistra, il Partito socialista, che decida se stare con i lavoratori, sostenendo unanimemente la mobilitazione anche a livello di governo; oppure se rinunciare alla lotta e preferire una concertazione ormai moribonda con la destra. Da parte nostra, come Partito Comunista, scegliamo di collaborare con le forze sociali del Cantone – sindacati e movimenti a favore della scuola e del servizio pubblico – in un’alleanza di classe, che in futuro dovrà estendersi agli operai e impiegati del privato, ai pensionati e ai disoccupati. I comunisti continuano a proporre da un lato concretamente una tassa patrimoniale per i milionari con cui riempire le casse dello Stato e dall’altro il lancio di un fronte popolare di lotta anti-crisi che metta in discussione le modalità di sviluppo economico del Cantone su altre basi e con altre priorità rispetto al pareggio di bilancio.

Partito Comunista
sezione ticinese del Partito Svizzero del Lavoro

Redazione

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  • " I comunisti continuano a proporre da un lato concretamente una tassa patrimoniale per i milionari con cui riempire le casse dello Stato e dall’altro il lancio di un fronte popolare di lotta anti-crisi che metta in discussione le modalità di sviluppo economico del Cantone su altre basi e con altre priorità rispetto al pareggio di bilancio."

    Vorrei porre una domanda alla Direzione del partito comunista ticinese, sperando di avere una risposta:

    "Secondo i comunisti ticinesi questa loro proposta può prescindere da chi stampa i soldi con cui si dovrebbero riempire, come loro dicono, le casse dello Stato?"

    In altre parole: va bene ai comunisti ticinesi che esista la Banca Nazionale Svizzera?

    Rimango in attesa di una cortese risposta in merito.

    Grazie,

    MXM
    Ceterum censeo BNS (BCE, FED ecc.) delendam esse

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