Francesco De Maria : vi racconto il bridge in tre minuti – L’Intervista

Luganese, professore di matematica, figlio di un giornalista, Francesco De Maria gioca a bridge dagli anni giovanili in cui frequentava l’università a Milano. E’ su questa sua passione che Ticinolive lo ha intervistato.

Ticinolive: Come spiegare cosa è il bridge a chi non lo conosce?
Francesco De Maria: Al tavolo da bridge siedono sempre 4 giocatori, suddivisi in coppie contrapposte: Sud/Nord contro Ovest/Est. Il senso di rotazione del gioco è orario.
Il mazzo ha 52 carte contenendo i Dieci, i Nove e gli Otto. All’inizio di ogni smazzata a ciascun giocatore toccano 13 carte (la sua “mano”).

Quali le regole del gioco?
Anzitutto, per ogni singola smazzata si presentano due fasi: la dichiarazione o licitazione e il gioco della carta. Nella licitazione (una specie di asta) le coppie avversarie competono per aggiudicarsi il “contratto”, che è in pratica l’impegno di realizzare un certo numero di prese.
Poi si gioca per stabilire se il contratto viene realizzato o no.
L’impegno varia da un minimo di 7 prese su 13 a un massimo di 13 su 13 (“grande slam”, molto raro). Un impegno per 12 prese è detto “piccolo slam”, relativamente frequente. Ma non posso spiegare qui le regole in dettaglio, sarebbe troppo lungo.

Chi ha imparato le regole può considerarsi un giocatore di bridge?
Assolutamente no! Mentre le regole si possono imparare in un’ora, la padronanza tecnica del gioco richiede un lungo apprendistato. Naturalmente c’è chi impara più in fretta e chi meno. Di solito si dice: per imparare a giocare decentemente ci vogliono cinque anni.

Il bridge è diffuso in Ticino?
Purtroppo no. I giocatori affiliati alla Federazione sono qualche centinaio. Poi ci sono bridgisti che giocano solo privatamente e sono abbastanza numerosi. Ma non possiamo competere nel numero con gli appassionati del gioco delle bocce!

Quali sono i club ticinesi?
Il più grande è l’Associazione Bridge Lugano, che ha sede a Lamone (e si può chiamare anche Club “della Rupe” perché ha sede presso la Rupe di san Zeno). Ha circa 100 soci e 7 squadre in campionato svizzero, nelle varie leghe.
Poi c’è il Bridge Club Magliaso, che ha sede presso il Golf. E altri piccoli circoli a Bellinzona e Mendrisio. C’era un club per i bridgisti di Locarno e Ascona ma è stato chiuso, non esiste più. Alcuni nostri giocatori vanno a giocare anche a Como o, più raramente, a Milano.

A bridge si gioca per soldi? Quali tipi di competizione ci sono?
Sì, a bridge si può giocare anche per soldi (ma si tratta spesso di somme modeste). Si fissa il valore del punto e alla fine del gioco si fanno i conti.
I tornei si svolgono abitualmente a coppie fisse o a squadre di quattro (due coppie). Esiste anche una formula, poco praticata e poco amata, di torneo “individuale”, dove i giocatori cambiano continuamente il partner.

Dove si gioca?
Nei club, nelle case private, nei grandi alberghi delle località turistiche, in vacanza, in crociera. Paesi importanti per il bridge sono l’Inghilterra (anche storicamente), gli Stati Uniti, la Francia, l’Italia. Ma si gioca un po’ in tutto il mondo: in Olanda, in Svezia, in Polonia, in Australia…

Metti a confronto il bridge con gli scacchi.
Una differenza essenziale è questa. Nel bridge quando le cose vanno storte hai sempre un partner da maledire. Negli scacchi sei solo davanti al tuo avversario.
Ce n’è un’altra, che non è da poco. L’ambiente degli scacchi è essenzialmente maschile: il gentil sesso sembra non amare Caissa, la Dea degli scacchi. Nel bridge la presenza femminile è importante, talvolta sembra quasi prevalente. Le donne adorano il bridge.

Come vive il popolo del bridge?
È un mondo a sé, con i suoi modi e le sue “leggi”. Gioca e rigioca giorno e notte, socializza, stringe amicizie, litiga (il bridge può stimolare l’aggressività), va a cena in compagnia, corteggia, spettegola, ama. Un tale ha scritto (e aveva ragione) : giocando a bridge potete imbattervi nell’avventura di una notte o nella compagna di una vita. Assolutamente vero.

Si pensa sia un gioco da vecchi.
No! Anche se talvolta sembra che lo sia… Il bridge è per tutte le età. Ci sono ragazzi di 15 anni che giocano splendidamente. Ma che cosa pensano i loro genitori? Questo è un problema.

E’ un gioco che potrebbe entrare nelle scuole?
Sono stati fatti vari tentativi in vari paesi, alcuni riusciti almeno in parte. Da noi nulla. E la cosa non è incomprensibile.
Immagina la domanda: “Che cosa fanno gli allievi a scuola?” Risponde l’autorità scolastica: “Giocano a carte!” … Sipario.

Ci sono corsi per chi desidera imparare il bridge?
Certamente. Ci sono corsi per principianti assoluti, per iniziati, per semi-esperti ed esperti. L’Associazione Bridge Lugano, che è il mio club, ne organizza in autunno e in primavera. Sono molto ben organizzati e interessanti.
Non siamo gli unici in Ticino a offrire corsi di bridge. L’indirizzo del sito dell’ABL è www.bridgelugano.ch.

Adesso sappiamo, più o meno, che cos’è il bridge. È…
… il più bel gioco del mondo! Ma il mio non è un parere neutrale.

Redazione

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  • Chissà se ci sono dei blogger che giocano a bridge.
    Si potrebbe fare una partitina nel "salotto buono" di TicinoLive.

    • Io sono fortissimo a scopa busarda,a mariana,a pèpa tencia e soprattutto al gioco dei fanti.

        • Mi chiedo cosa ci fa,Tuor,a Ticinonews in mezzo a quel carnevale.

          Ticinolive è la sua casa.

          P.s.La padroncina è niente male :-D

          • Un po' più di rispetto no, eh?

            Quanto a Tuor, anch'io sarei contento di averlo.
            Sarebbe un plusvalore per il portale.

          • Sono molto rispettoso,forse troppo.Invece il pelatone che la stava tampinando in pizzeria era meno discreto,mentre io mi struggevo al bar :evil:

          • Non ne ho nessuna idea. È sicuramente gente che non conosco.
            Non sarà nemmeno la mia città.

      • 16:26.
        Io invece ho sempre giocato solo agli "jass", che mi sembra abbia certe analogìe con il bridge (l'atout, il passo, il valore delle carte).
        Era stato importato dai ferrovieri d'Oltralpe, in particolare alla Bavarese. Ma poi i ticinesi erano diventati più bravi, anche grazie alla "segnaletica".
        Ah che partite: al Bar Stadio (quando c'era ancora la Lüisa spagnola), al Mirasole, al Gambrinus. Ho parecchi trofei, l'ultimo vinto a Castaneda in un'epica finale terminata alle 4 del mattino. Con il catrame di 3 pacchetti di "Gauloises" nei polmoni.
        Bei tempi, caro Ciapa. :evil:

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