L’omonimo film che ci viene riproposto ad ogni Natale, e che risale al 1983, è un emblema di quel che sta per accadere a Lugano per l’imminente tornata elettorale. Due pretendenti che nel film si scambiano i ruoli. Il titolare della poltrona la perde a favore del nuovo venuto ma se la riprende grazie ad un’intesa tra i due.***
Profetico? Forse ce lo potremmo augurare, dato che al di là delle scaramucce elettorali entrambi hanno a cuore il bene della città. Giorgio Giudici si è prestato per un’altra tornata triennale e il suo sfidante Marco Borradori ha certamente mire temporali maggiori. L’anagrafe è impietosa ma anche le aspettative di Lugano città non consentono uno stallo istituzionale. La crisi non risparmia nessuno e l’ente pubblico è confrontato con problemi irrisolti quali la sorte del Casinò, l’ex macello, l’assetto di Cornaredo e il Campo Marzio, solo per citarne alcuni.
Situazioni non facili da dirimere che rischiano di ingenerare tensioni e opposizioni da più fronti. Come accade sovente (vedi secondo mandato presidenziale negli Stati Uniti), le scelte forti possono essere meglio fatte da chi non deve più sottoporsi a un verdetto popolare. Se l’attuale sindaco confermasse l’intenzione di porre fine alla sua lunga e onorata carriera nel 2016, potrebbe incidere e impostare le scelte future senza il timore di perdere consensi: non ne avrebbe più bisogno.
Per Borradori sarebbe forse l’occasione di reinserirsi nei meccanismi cittadini, che sono più diretti e meno tattici di quelli cantonali. Potrebbe partecipare, contribuire e modellare il suo avvenire senza gli inciampi nella ricerca del consenso elettorale futuro. Una sorta di «agreement» che al di là delle elezioni darebbe a Lugano una continuità partorita dall’esperienza unita al rinnovamento necessario. Fantasia? Forse, ma che contribuirebbe a fare della politica un esercizio costruttivo e non solo una corsa al potere.
Una poltrona per due, che i protagonisti del film si dividono equamente, potrebbe essere una soluzione per il futuro della città di Lugano.
Pierre Rusconi
Consigliere nazionale UDC
*** neretto della Redazione
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