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Mali. Le Nazioni Unite temono una catastrofica spirale di violenza

Le truppe francesi presenti in Mali sono in stato d’allerta, malgrado i successi ottenuti sugli islamisti, in particolare nella città di Gao, teatro di intensi combattimenti fra truppe francesi e guerriglieri islamisti.

Uno stato d’allerta acuito dal sostegno che i dihadisti nel nord del Mali hanno da parte di al Qaeda nella penisola arabica, la cui base si trova nello Yemen.
Questo gruppo ha qualificato “la crociata contro l’Islam condotta dalla Francia” come “una dichiarazione di guerra contro l’Islam e contro i musulmani”.

Anche le Nazioni Unite temono un aumento della violenza a Gao, la più grande città del nord del Mali. L’Alto comissariato dell’Onu per i diritti dell’uomo ha lanciato un appello alle parti coinvolte nel conflitto, affinchè impediscano le rappresaglie contro la popolazione locale. Il timore è che il Mali piombi in una catastrofica spirale di violenza.

In un comunicato, il gruppo al Qaeda nella penisola arabica ha dichiarato che “sostenere i musulmani del Mali è un dovere per ogni musulmano capace di farlo. I musulmani possono contribuire a questa guerra santa sacrificando la propria vita oppure facendo donazioni in soldi.”
“La guerra santa contro i miscredenti – prosegue il comunicato – è obbligatoria per i musulmani che vivono vicino alla regione dei combattimenti e anche per quelli che vivono in Francia e nei paesi che stanno aiutando la Francia in questa crociata.”

A Gao venerdì e sabato hanno avuto luogo i primi attentati kamikaze nella storia del Mali e da domenica violenti combattimenti oppongono gruppi di djihadisti a soldati francesi e africani.
La situazione resta tesa, la popolazione rimane chiusa nelle proprie case, le strade sono deserte. I soldati sono molto nervosi e non si staccano dalle loro armi. Militari pattugliano costantemente la rive del fiume Niger alla ricerca di “elementi islamisti”.

All’alba di lunedì un elicottero dell’esercito francese aveva bombardato il comissariato di Gao, sede della polizia islamica durante l’occupazione della città da parte dei djihadisti nel 2012 e dove – da domenica – si erano asserragliati diversi guerriglieri.

L’Unione europea ha annunciato martedì la ripresa del suo aiuto al Mali, congelato dopo il colpo di Stato del marzo 2012, un aiuto che viene stimato a 250 milioni di euro.
Il 4 febbraio anche il governo francese aveva annunciato la ripresa progressiva del suo aiuto, dopo l’adozione di una direttiva politica che prevede elezioni in Mali entro il 31 luglio 2013.

Il presidente americano Barack Obama ha dichiarato – nel suo discorso sullo stato dell’Unione – che gli Stati Uniti devono aiutare paesi come lo Yemen, la Libia e la Somalia per garantir loro sicurezza e devono aiutare i paesi alleati che combattono il terrorismo, come è il caso nel Mali (gli Stati Uniti garantiscono ai soldati francesi sostegno logistico).

Redazione

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