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Il plotone d’esecuzione – Cronaca di una fucilazione tranquilla – di Francesco De Maria

Arrivo a palazzo delle Orsoline con buoni 5 minuti di anticipo. Sul portone m’imbatto nel presidente azzurro Giovanni Jelmini, che saluto con cordialità. Gli dico: “La prima convocazione non recava il suo nome. Poi per fortuna l’errore è stato corretto”. E lui: “Non era un errore”. Arriviamo insieme all’ingresso della sala stampa. Alcuni fotografi scattano: lui è presidente del PPD e io non sono presidente di niente, ma va bene anche così. Sussurro ai paparazzi: “Per favore tagliatemi via”.

Puntualissimi alle ore 13 i cinque attaccano. Da sinistra: Pinoja, Jelmini, Lurati, Cattaneo, Savoia. A che cosa servirà questa operazione? A far vedere a tutti che quegli altri sono pazzi? A mostrare al popolo che si gioca realmente 5 contro 1 ? Che gli incauti non avranno scampo? Possibile. In effetti l’opinione diffusa è che i Leghisti, per pura e granitica cocciutaggine, si siano cacciati da soli in un grosso guaio. Adesso loro non vorrebbero più votare il 3 marzo, potrebbe portar male in vista del 14 aprile. Si sono innervositi e hanno attivato i loro avvocati. Forse non l’idea migliore, poiché è stata interpretata come paura.

Il resoconto della conferenza stampa un giornalista lo fa, perché deve guadagnarsi lo stipendio (non io). Ma non c’è davvero nulla da scrivere. Nulla che non sia già stato detto/scritto, intendo.

Cattaneo. Siamo venuti a cantarvela in coro: “Una simile cosa NON si può fare”. Ma questa proposta sbagliata fa udire anche un grido disperato: bisogna agire fiscalmente, elaborando una strategia, che potrebbe incominciare dall’amnistia. Allo sgravio rispondiamo picche, ma le tasse non dovranno aumentare.

Jelmini. Un provvedimento insostenibile per il Cantone, ma ancor più per i comuni. Vi enuncio i milioni e vi abbuono gli spiccioli: Locarno e Chiasso: meno 4 milioni (a testa); Bellinzona e Mendrisio: meno 5 milioni; Lugano: -37 milioni. A una giovane giornalista cade la penna; agile e svelta si china a raccattarla.

Lurati. Tasse, tasse, tasse. Il governo dello Stato si fa con le tasse. Sgravio kamikaze. Perché continuano a scrivere che i ricchi scappano? Falso. Sono ancora qui tutti, anzi ne arrivano altri.

Savoia. Non è bello parlare per quarto, difficile riuscire originali (anche al primo, al secondo e al terzo). Effetti paradossali, ci avranno pensato i leghisti? Un regalo di 20 milioni ai frontalieri. Per sollevare un po’ l’atmosfera racconta un rapido Witz (lo stesso che io avevo pubblicato nella pagina Facebook di Borradori). Un tale viaggia beatamente in autostrada. All’improvviso la radio comunica in affannata emergenza: ATTENZIONE ATTENZIONE UNA VETTURA IN CONTROMANO TRA LUGANO SUD E LUGANO NORD! Il tizio, incredulo, ridacchia: “Una vettura? Ma saranno almeno dieci, cinquanta… cento!”

Pinoja. Manchiamo di strategie concorrenziali e dobbiamo dotarci di un nuovo sistema fiscale dinamico. L’iniziativa fiscale è sbagliata, esagerata e insostenibile.

Alla fine la prima domanda la faccio io. Ma è anche l’ultima, segno che l’interesse non è salito alle stelle. “Tutti dicono (con eccezione dei socialisti) che gli sgravi sono buoni, utili, dinamici, e rilanciano l’economia. Però tutti dicono anche: che non è questo il momento, che si sarebbe potuto prima, che si potrà certamente dopo. Gli sgravi (ai miei occhi) sono come una donna bellissima che non si riesce mai ad amare…”

Alla mia ingenua domanda rispondono uno dopo l’altro. Non ricordo il dettaglio, ma il succo sì: quei soldi li vogliamo tutti. La fucilazione sarà eseguita pubblicamente il 3 marzo.

Francesco De Maria


Relatore

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