“La porta di via Monte Boglia non è MAI stata aperta!” – Intervista ad Alessandra Noseda, UDC

“Lugano è una città sull’orlo del collasso finanziario”
“All’iniziativa Minder voterò SÌ”

Ospite del salotto buono di Ticinolive e “analizzata” dalle domande del professor Francesco De Maria è oggi Alessandra Noseda, biologa, vicepresidente dell’UDC Ticino e consigliera comunale a Lugano. Le sue risposte, di grande finezza, suonano a tratti moderatamente critiche, senza però mai risultare offensive. Quanto a Lugano 2013 verrebbe da dire: non è questa l’elezione dell’UDC… E tuttavia si tratta di un giudizio superficiale, perché la lotta sarà serrata e i voti democentristi conteranno tutti.


Francesco De Maria La mia prima domanda è di ordine generale e incomincia – rispecchiando il mio ben noto pessimismo – dal negativo. Quali sono le critiche sostanziali (sempre che ve ne siano) che lei si sente di rivolgere al suo partito?

Alessandra Noseda Una ne ho, del resto la critica è il motore del miglioramento. Non abbiamo la forza di dire forte e chiaro quello che non siamo. Lasciamo la porta aperta alle interpretazioni, nell’immaginario popolare il nostro “culturalismo” diventa “razzismo”, la nostra protezione del territorio diventa “chiusura”, la nostra difesa del lavoro diventa “caccia al frontaliere” e così via. Spesso ci avvicinano persone che di UDC non hanno capito nulla ma cercano uno sfogo alle personali frustrazioni ed insuccessi, e prima di essere allontanate fanno fare a tutti noi la figura dei razzisti boriosi ed ignoranti. Peccato davvero.

Le faccio la solita domanda banale, accettando (eventualmente) anche la solita risposta banale! Perché l’UDC ticinese è piccola?

AN  Per i motivi di cui sopra. La falsa immagine che tende ad attirare oscuri personaggi tende ad allontanare le persone valide.

Una domanda difficile (ci voleva…). Quali nuove linee d’azione/strategie proporrebbe al fine di incrementare le fortune politiche dell’UDC Ticino?

AN  Abbiamo molte soluzioni applicabili, idee, progetti, siamo un partito vivace dalle iniziative sane… quello che manca ancora è una sufficiente visibilità. Per emergere con le proprie forze senza sperare nella sfortuna degli altri bisogna potenziare la presenza sui media, sul territorio, tra la gente, farsi conoscere, essere “presenzialisti” (senza temere i rimbrotti di Giudici…)

L’arcipelago della Destra sembra affollato: la Lega (?!), l’UDC, AreaLiberale, Idea Liberale (che non è un partito)… E non potrei non metterci l’ala veramente liberale del PLR, che secondo me esiste ancora! Troppa grazia sant’Antonio? O è opportuno mettere i puntini sulle i e distinguere?

AN  Distinguo, è d’obbligo. Tolgo dalla lista Idea Liberale, è un movimento d’opinione al di sopra delle parti. La Lega è idealmente vicina all’UDC ma conserva una miscellanea di indirizzi essendo rifugio di scontenti di tutti i tipi, a partire dai politici delusi dai vecchi partiti. Il vestito di “destra” le va stretto perché se non ci fosse, i suoi voti sarebbero distribuiti a tutti i partiti. Nella lista lascerei Area Liberale, il PL senza la R e UDC. Prego Sant’Antonio di fare la vera grazia della maturità politica della fusione dei tre (nell’UDC).

Secondo lei un UDC può essere definito (senza trucchi e senza forzature!) “liberale”? E lei stessa?

AN  Se per liberale si intende un estimatore di Romeo Manzoni, allora sì.

Il presidente Pinoja, nel giorno stesso della sua elezione alla carica, prese – in termini garbati ma abbastanza netti – le “distanze” dalla Lega. Come giudica questo “nuovo corso” UDC ?

AN  Il “nuovo” corso era quello precedente, con Pinoja siamo tornati alle origini. Il nostro ex Presidente Rusconi, attualmente consigliere nazionale , aveva serrato i rapporti con la Lega, con questo movimento abbiamo del resto una naturale collaborazione per il collimare delle idee UDC con molte iniziative leghiste. Purtroppo nell’immaginario collettivo anche di Oltralpe tale collaborazione aveva generato una confusione partitica, ci siamo trovati fusi e spersonalizzati. Pinoja ha rimesso ordine.

Dopo le Federali del 2011, dove Morisoli, sostenuto da Lega e UDC congiunte, ha mancato l’elezione agli Stati, l’UDC non ha salutato con gioia la fondazione di AreaLiberale. È stata vissuta come una delusione? Morisoli doveva semplicemente entrare nell’UDC?

AN  Ciascuno è libero di andare dove vuole. L’UDC guarda con un filo di preoccupazione e dispiacere la frammentazione dei voti generata da un nuovo partito di destra: la destra intera sarà indebolita insieme alla speranza di farne ascoltare la voce.

Veniamo a Lugano 2013. Come valuta la lista UDC per il Municipio? Forte o debole? Era meglio, a suo avviso, non presentare alcuna lista?

AN  Bisogna chiedersi cos’è una lista forte. In genere si pensa a quella composta da Candidati con nomi risonanti di grande successo agli aperitivi pre-elettorali. Tali personaggi portano il peso delle “manovre” politiche che li hanno tenuti sulla cresta nelle legislature precedenti, manovre che generano malcontento, sospetto e gettano ombre sul partito stesso. In questi tempi di recessione e povertà serpeggiante, per essere “forti”, credibili, quindi votati, bisogna essere puliti, insospettabili, con progetti concreti. L’UDC mantiene con cura questo profilo, nessuno dei suoi attuali Candidati nasconde manovre di interessi personali o potrebbe temere scandali. I 7 UDC non sono di fama mondiale ma sono onesti, ritengo quindi la lista forte.

I media hanno dato un notevole risalto alle vivaci e abbastanza amare rimostranze di Marco Chiesa nei confronti della Lega. Chiesa si aspettava “riconoscenza” (ma è una parola che può esistere in politica?) per i numerosi aiuti che l’UDC avrebbe fornito alla Lega. È rimasto a mani vuote. La “pretesa” UDC era esorbitante?

AN  In politica non esiste riconoscenza, le “aspettative” si trasformano costantemente in delusioni. Bisogna contare solo sulle proprie forze e se si dona qualcosa, sapere che sarà a fondo perso. Chiesa è profondamente “svizzero”: la stretta di mano e la parola data sono per lui intoccabili; pubblicamente deluso, nel suo candore si è pubblicamente lamentato ottenendo dal Mattino l’etichetta di “starnazzatore”. Credo che abbia dolorosamente imparato qualcosa. La pretesa UDC non era esorbitante ma era fuori dai comportamenti comuni alla politica.

Dopo aver trovato la porta chiusa in via Monte Boglia all’UDC luganese non resta che puntare tutto sul Consiglio comunale. Le prospettive sono buone?

AN  La porta di via Monte Boglia non è mai stata aperta. Con la Lega abbiamo rapporti di buon vicinato, talvolta un sodalizio ideologico, mutuo rispetto, possibilità di dialogo ma siamo partiti ben differenti. Nel 2008 hanno utilizzato la loro forza elettorale per piazzare i “loro” uomini, a noi non è stato concesso nulla, ma è giusto così. Non abbiamo bisogno di balie come la Lega del resto non mostra di aver bisogno di noi. Per le prospettive in Consiglio Comunale, auguro tanta fortuna agli UDC che si mettono a disposizione: per malcontento molti luganesi sceglieranno di votare il nostro partito, svizzero per eccellenza, il vero problema si porrà post elezione, quello di non disilludere. Lugano è una città sull’orlo del collasso finanziario, devastata dal traffico, relativamente pericolosa e con sempre meno prospettive di lavoro, rimetterla in piedi non è nelle facoltà di un membro del legislativo per quanto capace ed aggressivo sia. Questo particolare sfugge alla maggior parte degli elettori che pensano di essere traditi dai loro rappresentanti.

Nel corso di una recente conferenza stampa Chiesa si è espresso nettamente in favore del Sindaco, e certo non lo ha fatto a titolo personale. Dunque Giudici, e non Borradori. Dunque PLR, e non Lega.

AN  Rusconi ha ampiamente spiegato il perché della presa di posizione UDC: dare la possibilità a Giudici di concludere i lavori aperti e coltivare il “giovane” Borradori come delfino. Si parla di uomini, delle loro capacità indipendenti dall’appartenenza ai partiti. In ogni caso al di là delle prese di posizione dei politici, sarà il popolo a decidere chi sarà municipale e sindaco nella prossima legislatura. A priori quindi non si deve scartare l’ipotesi che nessuno dei due raggiunga i voti necessari…

Sull’iniziativa Minder l’UDC ticinese ha assunto la linea “blocheriana”: NO all’iniziativa come (tacito) SÌ al controprogetto. Lei come voterà?

AN  Disobbedisco, in UDC è lecito, e votero’ SÌ.

Una domanda sugli strumenti e sull’efficacia comunicativa del partito. Come la valuta? Si potrebbe pensare di migliorarla?

AN  Parlo dell’UDC Ticino, ed è un mio personalissimo parere: non guasterebbe una maggiore finezza nell’esprimere le nostre idee: spesso offendiamo senza intenzione facendo la figura dei rozzi che non siamo.

Alessandra Noseda non si ripresenta a Lugano. Lascia la politica attiva? Continua, facendo dell’altro? Che cosa farà?

AN  Cambio domicilio, non sarebbe né giusto né lecito tentare di sedere comunque in un legislativo o in un esecutivo di una città dove, immagino, non abiterò più. Ma non lascio la politica attiva! Mi appassiona, seguirò da vicino quello che succede e continuerò ad esprimermi nell’attesa delle elezioni nel mio nuovo Comune.

Relatore

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  • Questo però è un "peccato" vecchio come il mondo (e non è affatto caratteristico dell'UDC).
    Hai qualche conoscenza della NATURA UMANA?

  • (...) "Secondo lei un UDC può essere definito (senza trucchi e senza forzature!) “liberale”? E lei stessa?
    AN "Se per liberale si intende un estimatore di Romeo Manzoni, allora sì."(...)

    Arrrgh!

    Udc ///Romeo Manzoni ?!

    Certo! Un po' come....
    ... convergenze parallele, insensato senso, dilettoso male, tacito tumulto, brivido caldo, ghiaccio bollente, urlo silenzioso, realtà virtuale...

  • Magari l'on.Rusconi intendeva semplicemente dire: ...un Paese... di emme...tre...

    A parte la battuta francamente stantia (la mia, ovviamente) da turarsi il naso insomma, personalmente non credo di vivere in un Paese così come lo intende il Consigliere nazionale udc/svp. Anche, se devo dire per correttezza di narrazione, che nella soppressione del plantigrado vi è stata tutta l’energica capacità risolutiva incoraggiata spesso da molti ambienti antisinistra. Proprio come la disinformazione iniziale, la paura del dissomigliante definito sempre e comunque un pericolo, l’opposizione a una discussione più aperta, la seccatura dei pareri contrari e il fascino indiscreto per le armi. In altre parole la soluzione politica mal-destra virile e drastica.

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