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Indebitamento USA: peggio della Grecia e a forte rischio di “sindrome Argentina”

Un riassunto di un’intervista a Laurence J. Koltlikoff, professore di economia all’università di Boston e presidente di Economic Security Planning Inc., personaggio noto in vari ambienti dell’economia americana, scrittore e autore di centinaia di articoli nella stampa specializzata.

Gli Stati Uniti, nel paragone del deficit fiscale, sono messi decisamente peggio della Grecia. Ciò prova che i dati ufficiali dicono soltanto la mezza verità, oppure nascondono l’altra metà.
Non vi è certezza alcuna sul modo nel quale gli Stati Uniti e altri paesi fortemente indebitati risolveranno il problema.
Per contro è chiaro che non esiste una via d’uscita semplice dalla crisi. Ciò comporta conseguenze a lunga portata per gli investitori.

Questi i principali aspetti messi a fuoco nell’intervista da Koltlikoff :

1. In base alle previsioni del Congressional Budget Office il buco tra la somma delle future entrate e quella delle uscite degli Stati Uniti ammonta a 222 bilioni di dollari.
Questo dato supera di venti volte quello dell’indebitamento ufficiale.

2. Servirebbero riforme radicali per risolvere il problema. Mancando però qualsiasi pressione da parte dei mercati finanziari, non vi è da attendersi che la politica prenda le misure del caso.

3. La percezione da parte dei mercati finanziari potrebbe cionondimeno ribaltarsi da un secondo all’altro. In questo caso, si prospetterebbe la minaccia dell’”abisso rosso”.
Questo scenario è caratterizzato dalla bancarotta di Stato e/oppure da iperinflazione, tassi d’interesse più elevati e svalutazione del dollaro USA.
La conseguenza sarebbe il crollo del potente impero statunitense.

4. Allo scenario dell’abisso rosso è affiancata l’ipotesi del cosiddetto superamento costante, nella quale crescita e inflazione moderata provocherebbero il lento abbattimento dei debiti.
Secondo Laurence J. Kotlikoff il tentativo del superamento costante condurrebbe direttamente alla catastrofe.
Secondo lui, solo riforme radicali potrebbero preservare gli Stati Uniti da un destino analogo a quello dell’Argentina. ¨
I “piani viola” dovrebbero ridare efficienza al sistema fiscale, sanitario e sociale e dovrebbe condurre a una maggiore solidarietà tra ricchi e poveri e soprattutto tra giovani e anziani.

5. Di fronte all’attuale situazione è consigliabile evitare valori nominali americani a medio e lungo termine. Ciò vale pure generalmente per impegni in paesi con grossi fiscal gaps e nei quali si crea massicciamente liquidità.

In conclusione le posizioni in dollari USA dovrebbero essere sorvegliate diligentemente. Monete di paesi con un fiscal gap inferiore appaiono per contro più attrattive.

(Fonte : Cash.ch)

Redazione

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