Sino al 2010, Pepsi regnava ancora sull’ambito mercato tailandese delle bevande gassose, valutato in 1.8 miliardi di dollari annui.
Il gruppo americano controllava circa il 48% di questo segmento, mentre la rivale Coca Cola doveva accontentarsi, malgrado un marketing aggressivo, del 42%.
La guerra delle “cola” era stata rilanciata a inizio novembre 2012, quando Pepsi non era riuscita a rinegoziare il contratto di imbottigliamento e distribuzione che la legava al gruppo tailandese Serm Suk, legato a Charoen Sirivadhanabhakdi, il miliardario proprietario del gigante locale Thai Beverage.
In pochi giorni Pepsi ha perso il suo accesso privilegiato a circa 200’000 punti vendita e oggi in moltissimi ritrovi pubblici a Bangkokj è molto difficile trovare bottiglie di Pepsi.
In molti ristoranti, in sostituzione viene venduto il nuovo soft drink “Est”, la cui bottiglia ha i colori blù, bianco e rosso, un logo molto simile a quello della Pepsi.
A pochi mesi dalla sua introduzione, la cola Est detiene quasi il 20% del mercato dei soft drink e si posiziona al secondo posto dietro la Coca Cola.
Pepsi, che ha aperto una fabbrica di imbottigliamento a Rayong e cerca di ricostituire la sua rete di distribuzione, si posiziona al terzo posto.
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