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Accordi bilaterali : allestire una exit strategy – Lorenzo Quadri

In barba alle indagini della SECO, che contraddicono la realtà del territorio, le zone di confine pagano la libera circolazione delle persone ad un prezzo pesantissimo.

In Ticino si contano oltre 56mila frontalieri e, nell’anno 2012, 21’313 notifiche di 90 giorni: simili numeri si possono spiegare unicamente con il soppiantamento di lavoratori residenti da parte di frontalieri, poiché la crescita economica del Cantone non li può giustificare altrimenti.
La libera circolazione delle persone comincia ora, con l’inasprirsi della crisi, a suscitare un malcontento diffuso anche oltre alle zone di confine.

Gli abusi cominciano inoltre a diventare sempre più manifesti: appare dunque chiaro che la libera circolazione delle persone porta ad un’immigrazione nello Stato sociale elvetico.
Il ricorso alle clausole di salvaguardia da parte del Consiglio federale non fa che confermare che la Svizzera si trova confrontata ad un’immigrazione insostenibile.
L’iniziativa popolare Ecopop, riuscita, chiede di introdurre dei limiti all’immigrazione anche dai paesi UE.
Se il popolo dovesse accettarla in votazione popolare, si creerebbe una situazione incompatibile con il proseguimento della libera circolazione delle persone.

Sul versante opposto, anche l’UE contesta vieppiù la via bilaterale con la Svizzera.
Bisogna dunque considerare che la libera circolazione delle persone potrebbe venire a cadere: o in seguito ad una votazione popolare svizzera, o per decisione UE.
Finora il Consiglio federale davanti a tale ipotesi si è limitato a profferire proclami di tipo catastrofista.
E’ invece tempo ed ora che il Consiglio federale esamini seriamente ed in modo oggettivo le conseguenze della fine della libera circolazione delle persone.
Pareri specialistici, ad esempio quello del professor Eichenberger dell’Università di Friburgo, sfatano il mito, costruito ad arte dalla maggioranza politica, degli “Accordi bilaterali indispensabili per la Svizzera”.

Con la presente mozione chiedo al Consiglio federale di allestire un documento in cui i pro ed i contro della fine della libera circolazione delle persone con l’UE vengono valutati oggettivamente e, sulla base di questo, di preparare una “exit strategy” dagli Accordi bilaterali nel caso in cui essi venissero a cadere, o per decisione del popolo svizzero, o per decisione dell’UE.

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi

Redazione

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