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Boris Berezovski. Una morte ancora inspiegabile ma nulla di sospetto

La polizia britannica ha aperto ieri un’indagine ufficiale sulla morte dell’oligarca russo Boris Berezovski, uno dei maggiori oppositori russi, ritrovato morto sabato 23 marzo nella sua casa di Ascot, a ovest di Londra.

Berezovski (nella foto) era nemico giurato del presidente russo Vladimir Putin. Una rivalità accresciuta dalla morte di Alexander Litvinenko, sei anni fa. Il magnate finanziava la campagna di opposizione condotta dall’ex agente speciale e quando questi era morto dopo essere stato avvelenato con il polonio, Berezovski aveva accusato il KGB di essere responsabile della morte dell’amico.

berezovskiberezovskiGli inquirenti che da sabato passano al setaccio la casa di Ascot sono equipaggiati di tute di protezione contro sostanze chimiche.
Il timore è che anche Berezovski sia stato avvelenato e che tracce di sostanze potenzialmente mortali si trovino ancora nella casa.
In un comunicato di polizia già ieri si assicurava che nell’abitazione non era stato rilevato nulla di anormale.

Escluso l’avvelenamento, a questo punto gli inquirenti considerano l’ipotesi del suicidio, soprattutto dopo che diverse persone vicine al ricchissimo imprenditore lo hanno descritto come assai depresso negli ultimi tempi. Un giornalista della rivista Forbes, che lo aveva incontrato il giorno prima della sua morte, afferma che Berezovski gli aveva confidato come la sua vita non avesse più senso.
E’ risaputo che l’uomo aveva seri problemi finanziari. Di recente aveva dovuto vendere parte dei suoi quadri e fra questi la preziosa collezione di litografie di Lenin realizzata da Andy Warhol.
Si era anche liberato della sua Rolls Royce e di un castello che possedeva nel Surrey. Aveva dovuto chiudere parte della sue attività a Londra ed era sul punto di vendere due proprietà sulla Costa Azzurra.

Poco dopo l’annuncio della morte di Berezovski, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha affermato che il magnate aveva scritto al presidente Putin “circa due mesi fa per chiedere perdono, ammettendo di aver fatto molti errori e chiedendo di poter far ritorno in Russia.”

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Redazione

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