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Manteniamo la democrazia diretta di stampo elvetico! – di historicus

Pubblichiamo oggi con piacere per la prima volta un contributo a firma historicus (identità nota alla Redazione).


Contrariamente ai sistemi politici dei paesi circostanti, il sistema elvetico si caratterizza da una molto maggiore partecipazione del popolo sovrano. D’altra parte, ascoltando certi discorsi politici ed osservando alcune mosse di burocrati pubblici nostrani, si intravede non raramente un certo fastidio nei confronti delle limitazioni imposte alle loro manovre, appunto, dal sistema di democrazia diretta. Si intravede a volte persino una certa invidia nei confronti di politici ed alti funzionari, ossia dei loro colleghi, negli altri stati e organismi internazionali che godono di benefici materiali e privilegi politici e personali molto maggiori di quelli dei nostri politici e funzionari pubblici.

Senza dubbio, ciò è frutto del disegno della democrazia diretta di stampo elvetico. Bisogna riconoscere che i “Padri della Patria” si sono rivelati lungimiranti quando stendevano la Costituzione Elvetica del 1848. In effetti, qui in Svizzera le leggi non vengono sfornate in ambito puramente parlamentare come panini caldi, non escono da una macchina come salsicce. La “nascita” di una legge che va dalla prima proposta all’approvazione definitiva in parlamento e all’eventuale conferma in votazione popolare (referendum) è lunga e passa attraverso tutta una serie di consultazioni, non solo nell’ambito parlamentare ma anche fra le varie associazioni professionali e i vari gruppi d’interesse e di opinione. Cosicché quando finalmente la nuova legge è “partorita”, questa viene sentita come giusta e voluta da una parte molto maggiore della popolazione rispetto a quanto succede in diverse nazioni circostanti.

Un altro beneficio di questo sistema di democrazia diretta e partecipazione del popolo sovrano è che costituisce un freno assai effettivo alla cosiddetta “inflazione legislativa”. Una piccola ricerca in internet al rispetto ci rivela i seguenti risultati di alcuni semplici tentativi di un conteggio delle leggi in vigore: Svizzera 300 leggi (solo Confederazione), Gran Bretagna 3’000 leggi, Germania 5’500 leggi, Francia 7’000 leggi, Italia 150’000 – 200’000 leggi. E se invece di contare le leggi, cercassimo di contare il numero di articoli o il numero di pagine dei testi legislativi, non dovremmo stupirci se ottenessimo dei risultati simili.

Questi argomenti e queste cifre dovrebbero bastare per convincere, una volta per tutte, il popolo sovrano svizzero a tapparsi le orecchie davanti a certi “canti delle sirene” politiche e burocratiche nostrane. Queste “sirene” ci vogliono far credere che la politica è diventata sempre più difficile e tecnica, che richiede delle capacità e delle conoscenze che il popolo sovrano in generale non possiede e che perciò conviene concentrarla sempre di più nelle mani dei politici e specialisti. Attenzione! Seguendo questi “canti” si otterrebbe soltanto uno svuotamento progressivo della democrazia diretta di stampo elvetico e la sua lenta trasformazione a quello che osserviamo in diversi paesi circostanti: un sistema politico definito da più parti come “dittatura parlamentare”. Che il popolo sovrano svizzero si convinca a non rinunciare bensì a conservare gelosamente tutte le sue prerogative nell’ambito della democrazia diretta di stampo elvetico ed i valori che essa esprime!

historicus


Relatore

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