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Ma non banalizziamo l’educazione civica – di Maurizio Binaghi

(fdm) Per fortuna non tutti la pensano allo stesso modo! Il fulminante successo dell’iniziativa in favore della Civica nelle scuole sembra aver suscitato un certo allarme. Pubblichiamo qui un interessante articolo apparso ieri nel Corriere del Ticino, firmato da un docente di storia, il prof. Maurizio Binaghi, molto critico verso l’iniziativa.

NOTA. Particolarmente sciocco, arrogante e offensivo sembra l’uso del termine “apprendisti stregoni” con il quale Binaghi si permette di descrivere i promotori.

Ricordo che domani, venerdì 23 maggio con inizio alle ore 11, la trasmissione Millevoci condotta da Antonio Bolzani sarà dedicata proprio a questo tema. Interverrà in studio per il Comitato dei promotori (in assenza del presidente e primo firmatario dottor Alberto Siccardi) Francesco De Maria, mentre – sempre per il Comitato – interverrà in collegamento Edo Pellegrini.


Ho sempre avuto un rispetto quasi reverenziale per la democrazia diretta, considerandola una risorsa molto preziosa per la Svizzera, tanto preziosa da non essere sprecata. Tendo, per educazione e cultura politica, ad ascoltare chi mi chiede di firmare un referendum e un’iniziativa. Per lo stesso motivo non ne firmo molte. Alcune volte, di fronte a decisioni politiche giudicate sbagliate, mi è venuta la tentazione del referendum. Ma poi ho sempre desistito, non credendomi all’altezza del compito. Credevo fosse necessaria una perfetta conoscenza della materia. Essendo molto esigente, pretendo che anche gli altri lo siano.

Durante le elezioni comunali di Lugano sono stato avvicinato da tre ragazzi che mi hanno invitato a firmare ‘iniziativa «Educhiamo i giovani alla cittadinanza». Grazie alla mia professione di docente ho collaborato con le attività di educazione alla cittadinanza in diverse sedi e gradi di scuola. Ho così posto alcune domande e sono rimasto stupito dalla poca conoscenza che questi ragazzi avevano della realtà scolastica. Come faccio spesso, ho dunque deciso di informarmi meglio. Il mio stupore è cresciuto leggendo i contenuti e le argomentazioni alla base dell’iniziativa.

Lo spunto è un rapporto pubblicato dalla SUPSI che «ha concluso che l’educazione civica in Ticino non è insegnata in modo adeguato, creando malcontento e allarme in molti genitori e studenti» (cfr. www.civica.ch). Il rapporto indicherebbe che l’integrazione della civica nell’insegnamento della storia si è dimostrata fallimentare. Per questa ragione gli iniziativisti chiedono, a scapito delle ore di storia, l’introduzione di una nuova materia, «l’educazione civica». Una materia che, tra l’altro, nasconde chiare finalità politiche che travalicano la semplice conoscenza delle istituzioni: l’ambizione è, «dietro precise indicazioni agli insegnanti», di addestrare gli studenti alla «svizzeritudine», iniziandoli all’idea di «un’Europa sempre meno rispettosa dei diritti democratici e sempre più genuflessa a dettami sovranazionali di cerchie ristrette» (cfr. www.civica.ch).

Mi ha insospettito che il rapporto della SUPSI, sebbene sia disponibile online, non venga mai né pubblicato, né citato direttamente. Sono invece riprese a chiare lettere le parole del docente e parlamentare Franco Celio che esprime preoccupazione per i risultati. Incuriosito, ho letto il rapporto (di circa 80 pagine) e un suo compendio (di 7 pagine) per intero e non ho trovato al loro interno un giudizio così netto. Anzi, è ribadita «l’idea di una responsabilità maggiormente condivisa fra gli «attori sociali»: scuola, famiglia, altre agenzie di socializzazione, e non da ultimo i politici». In quest’ottica, infatti, «l’introduzione delle giovani generazioni alla vita politica, sociale ed economica è un compito impegnativo e risulta fondamentale rifuggire dalla tentazione di facili deleghe alla scuola,  come talvolta emerge nel dibattito, ponendosi, ognuno nel proprio ambito, come modello di riferimento per quel che riguarda il vivere civile e democratico».

La lettura del rapporto mi ha convinto che probabilmente i promotori dell’iniziativa il rapporto non l’abbiano neppure sfogliato (ma neanche il suo «bignamino»). Le loro proposte non sarebbero altro che un sunto affrettato di un’interrogazione parlamentare rivolta da Celio il 4 dicembre 2012 al Governo e che chiedeva, manco a dirlo, l’introduzione dell’educa zione civica come materia. L’unico lavoro fatto, oltre all’imbarazzante scopiazzata, è l’aggiunta di elementi finalizzati agli scopi politici dei promotori. Infine, approfittando della concomitanza delle elezioni comunali, è stato confezionato un titolo ammiccante (chi può dire di no all’educazione civica nelle scuole?) e, a raccogliere le firme davanti ai seggi, sono stati coinvolti a pagamento ragazzi inesperti (come ammette Giorgio Ghiringhelli, tra i promotori dell’iniziativa. Cfr. www.ilguastafeste.ch).

Ho sempre avuto un rispetto quasi reverenziale per la democrazia diretta. Per questo non posso accettare i metodi con cui un tema fondamentale come l’educazione alla cittadinanza sia strumentalizzato e banalizzato per fini politici. Il successo dell’iniziativa, d’altra parte, dimostra come questo tema sia sentito nella popolazione e che, dunque, meriti ancora di più di non essere sprecato e di non essere lasciato in mano ad apprendisti stregoni che usano con insostenibile leggerezza il loro diritto democratico.

Maurizio Binaghi, docente e presidente dell’Associazione ticinese degli insegnanti di storia

Relatore

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  • Premessa: Concordo con Guest/Michele in risposta all'articolo di Gianfranco Soldati (cfr. "La tragedia di Marie e la punizione a vita"). Non tanto nelle specificità tecnico-giuridiche espresse (che, tra l'altro, ammettono i grossi errori commessi nella fattispecie) ma nel tentativo di un approccio ponderato, che il populismo non conosce e, per sua natura, non vuole degnarsi nemmeno di riconoscere. Le tragedie umane, e questo caso è esemplare, avvengono spesso per tutta una serie di circostanze anche ponderabili (errori, omissioni, interessi, latitanze) che sono lo specchio di un'umanità alla perenne ricerca di un equilibrio tra delitto e castigo. Sappiamo dalle statistiche che il castigo, anche il più feroce e disumano possibile, non ha mai cancellato il delitto più feroce e disumano immaginabile. Un'asserzione, sia chiaro, che non ritengo per niente consolatoria.

    Parlando di educazione alla cittadinanza si "dovrà" parlare anche di questo. E Maurizio Binaghi in questo "specifico", discute esattamente come sopra, cioè tenta di ragionare e di far ragionare. Compito che, di questi tempi anche in Ticino, sembra diventare vera utopia.

    (...) "I ticinesi che hanno sottoscritto l’iniziativa per la civica nelle scuole, si sono resi conto che questa omologazione della Svizzera ad un’Unione europea ormai nel baratro va fermata." (...)

    (...) "La civica nelle scuole – se i votanti lo vorranno – non sarà certo la panacea. Però metterà i bastoni tra le ruote a questo tipo di disegno." (...)

    Più che "apprendisti stregoni" scorgo, dietro agli iniziativisti, una colossale macchina ideologica. Da qualche giorno sappiamo pure che, la più volte dichiarata crociata antieuropeista della materia con nota, che per chiarezza chiamerò "neocivica", ha un'altra finalità ideologica cioè quella di arginare una:

    (...) "educazione politica ideologicamente orientata a sinistra, che il Ticino e la sua scuola hanno ben conosciuto, in tempi non molto lontani, quando questa concezione era assai ben rappresentata nel corpo insegnante". (...)

    Dichiarazione impegnativa. Che necessiterebbe di immediati chiarimenti. Perché un conto è essere insegnante di sinistra, un altro conto è "fare" educazione politica di sinistra nelle aule scolastiche. Quindi un’affermazione gratuita, per niente circostanziata e neppure esemplificata: un'affermazione audace. Per di più è noto a tutti che la Scuola ticinese è stata retta politicamente fino a pochi mesi fa, da direttori di dipartimento, e da funzionari dirigenti, provenienti da un'area politica che non avrà certamente permesso la "socialistizzazione" del sapere civico cantonale. Ci saranno pure stati docenti di sinistra, ma le nostre aule scolastiche avranno pure ospitato docenti di centro e di centro-destra.

    Ciò che mi interessa hic et nunc è, che a questo punto, abbiamo a che fare con due affermazioni temerarie avanzate dagli inizi-at(t)ivisti:

    -la prima consiste nella necessità di programmare una civica antieuropeista;
    -la seconda che il Cantone necessita pure di una "educazione civica" per porre rimedio ad una presunta scuola di sinistra.

    Se, come appare, questi sono i presupposti ideologici della "neocivica", che ci si risparmi, almeno, altro pedagogismo di facciata. Tanto il Popolo dirà di sì. A prescindere.

    • Sei veramente ingenuo. Sembra quasi che tu non abbia mai messo piede
      in una nostra scuola.

  • Sono convinto che i corsi di civica sarebbero più importanti per gli adulti che per i ragazzi...

  • Invito allettante quello di abraldo...
    La civica per adulti? Non sarà poi una cosa pornografica? ;-))
    Come il populista doc individua i docenti di sinistra? Per esempio.
    Facciamo delle ipotesi, anche perché chi accusa la Scuola di essere bolscevica d'esempi non ne fa....mai!
    Allora, se un docente, putacaso, spiegasse che l'85% della ricchezza appartiene al solito 10% (dati statistici riconosciuti) e che la povertà non è un caso, eccotelo bollato di mancinismo. Se un altro insegnante ti dicesse che l'occupazione del territorio elvetico avviene anche con la $vendita immobiliare ai $oli appartenenti al quel 10% e non solo per colpa dei poveracci che chiedono asilo politico, immediata la bollatura di malevolo docente. Se un altro ancora spiegasse finalmente(!) agli scolari che i regimi fascisti hanno usato il nazionalismo in tutte le salse: dall'inno, alla bandiera, fino alla delegittimazione dei meccanismi democratici (governicchi) per conquistare populisticamente il potere, eccoti il docente iscritto nella black-list dei licenziabili. Si potrebbe continuare con ragionamenti più... ingenui ma incomprensibili ai più (adulti), come per esempio il tentativo di delegittimare la giustizia (potere giudiziario, il terzo) perché gli altri due (legislativo ed esecutivo) si specula di conquistarli con il populismo elettorale. Quindi tolto il terzo, appunto, tutti i poteri sono tuoi. Bingo fine della democrazia. Civica per adulti? Benvenga!

    • Scusa, non ti stai tirando la zappa sui piedi?
      Che cosa sono argomentazioni del genere,
      avanzate in un certo modo e in un certo tono, se non PROPAGANDA ?
      Aggiunta. Metti che un docente ti dica: fare Civica non è
      --- acquisire delle nozioni (Gran Consiglio, Costituzione, presidenti della Confederazione, ecc. ecc.) ma
      --- acquisire dei concetti, cioè COMPRENDERE:
      ad esempio che la Svizzera maltratta gli asilanti, o che
      si è fatta ricca succhiando il sangue delle altre nazioni... ...

      • Mi scuso se l’accento è apparso troppo appassionato. Mi spiace, caro Jack, ma il contenuto del post precedente non è propaganda è informazione. Sarebbe. Perché ho “ipotizzato” che dei docenti possano/potrebbero impartire lezioni con questi contenuti. Personalmente sarei anche d'accordo, ma è appunto una valutazione soggettiva. Le informazioni “ipotizzate”, invece sono oggettive. Infatti le statistiche sulla distribuzione della ricchezza sono cifre verificabili. Inoltre che il territorio nazionale venga sempre più venduto a privati benestanti anche non nativi è altrettanta informazione. Che i regimi autoritari abbiano utilizzato simboli nazionalistici per andare al potere e cancellare le istituzioni democratiche è storia/civica documentata. Quindi tre aspetti informativi concreti. Che cosa se ne faranno gli allievi di questi tre dati? Farà parte del loro bagaglio di conoscenze e favorirà la loro autonomia di giudizio. Potranno anche dire: a me sta bene così. Punto. Un'educazione alla cittadinanza democratica non può permettersi di negare (omettere di comunicare) questi fatti. Altrimenti tollera che la popolazione cresca indifesa davanti alle ben reali e quotidiane propagande che occultano questi dati per finalità, magari, (ipotesi) antidemocratiche. Educazione significa anche dar luce ai fatti.

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