L’accordo fiscale con gli Stati Uniti potrebbe generare multe salate che condurranno le piccole banche svizzere alla rovina. In questo caso la Banca azionale svizzera non interverrebbe, ha dichiarato Thomas Jordan.
Il presidente del direttorio della Banca nazionale svizzera si è espresso in un’intervista sul domenicale Schweiz am Sonntag : “Il nostro compito è chiaro : contribuire alla stabilità del sistema.”
Nel 2008 la BNS era intervenuta per salvare UBS, in quanto essendo la più grande banca svizzera presentava un rischio sistemico per l’intera economia nazionale. Per gli istituti finanziari di piccole dimensioni la situazione è diversa.
Mercoledì scorso il Consiglio federale aveva adottato un progetto di legge che permetterà a tutte le banche svizzere di tirare una riga sul passato e sistemare le relazioni con le autorità fiscali statunitensi. Le banche che hanno aiutato i clienti ad aggirare il fisco del proprio paese potrebbero comunque pagare multe notevoli, a dipendenza del numero di clienti coinvolti e la durata della relazione bancaria.
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