Il Ticino, che ripone in Expo 2015 la speranza di rilanciare economia e turismo, continua a inghiottire amaro.
Dopo l’ufficializzazione che la linea Arcisate-Stabio non sarà completata in tempo utile per la grande manifestazione milanese, si apprende che la Confederazione sta cercando l’impresa generale che costruirà il padiglione svizzero per l’Expo 2015 in una maniera tale che difficilmente le ditte ticinesi riusciranno ad assicurarsi i lavori.
In effetti il bando di concorso ha condizioni molto rigide : chiede alle ditte che intendono concorrere di avere già realizzato quattro progetti simili negli ultimi 5 anni, possibilmente all’estero.
Inoltre pretende che la documentazione di concorso venga inoltrata in tedesco.
Questo equivale a tagliare fuori il Ticino, in quanto nessuna ditta ticinese ha già realizzato ben quattro progetti simili, possibilmente all’estero.
L’intenzione di prediligere le società della Svizzera tedesca, o romanda, sembra chiara.
Il Consigliere nazionale della Lega Lorenzo Quadri chiede se “Secondo il Consiglio federale, esistono più di 2 o 3 ditte in Svizzera che adempiono a questo criterio? E’ giustificato un criterio così limitativo? Come si concilia con la volontà di favorire piccole e medie imprese?”
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