Il governo turco non esclude il ricorso alla forza per mettere fine alle proteste di piazza.
«Domenica sera una ventina di persone con bastoni e coltelli risalivano la strada urlando il nome del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan – racconta Oguz Kaan, presidente del partito repubblicano del popolo della provincia di Istanbul – I nostri giovani si sono messi al riparo all’interno della sede del partito e per diversi minuti i manifestanti hanno cercato di sfondare la porta.”
Il partito repubblicano del popolo è la principale forza d’opposizione al regime turco. Oguz Kaan precisa che la prefettura ha impiegato un’ora per inviare agenti sul posto : “Non c’è da meravigliarsi, la polizia lavora per il governo.”
Intanto la diplomazia statunitense ha smentito con forza ogni implicazione di organizzazioni o di cittadini americani nelle proteste contro il governo turco.
“Respingiamo assolutamente le accuse apparse sui giornali turchi secondo cui gruppi o individui americani sarebbero responsabili delle manifestazioni antigovernative in Turchia o che le avrebbero attivate – ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato statunitense.
L’atteggiamento repressivo del governo turco mette in forte imbarazzo gli Stati Uniti, che avevano fatto della Turchia un partner islamico affidabile e aperto, sul quale si appoggiavano per dirimere i conflitti in Siria e nel Medio Oriente.
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