I partigiani di Mohamed Morsi sono stati chiamati a manifestare venerdì contro la destituzione del presidente egiziano Mohamed Morsi, vittima di un golpe militare e contro la creazione di un governo a interim sostenuto dagli avversari liberali.
Mohamed Morsi si trova ancora in isolamento e sotto sorveglianza. Diversi membri dei Fratelli musulmani sono stati arrestati.
Nel suo appello lanciato da una moschea del Cairo, dove da giorni sono riuniti i partigiani di Morsi, la Coalizione nazionale islamica sostiene che i militari hanno rubato a Morsi un’elezione presidenziale vinta democraticamente e chiede al popolo egiziano di scendere nelle strade e mobilitarsi in maniera pacifica, per dire no alla destituzione dell’ormai ex presidente.
Giovedì i vertici dell’esercito avevano assicurato che sino a quando i raduni non minacceranno la sicurezza nazionale, non adotteranno misure eccezionali o arbitrarie contro nessun gruppo politico e che rispetteranno la libertà di espressione e di manifestazione.
Venerdì mattina nel Sinaï obiettivi militari sono stati presi di mira da attacchi islamisti, a El Arish e Rafah, vicino alla frontiera con la Striscia di Gaza. Un soldato è stato ucciso e altri due feriti.
Dalla capacità dell’esercito di far fronte a possibili disordini dipenderà in parte il sostegno degli Stati Uniti e di altre potenze internazionali.
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