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“Rarità del terzo millennio: una famiglia unita” – Racconto di Giorgio Dagostino

Elvira e Corrado innamorati l’uno dell’altro, lui laureato alla Bocconi di Milano in economia e commercio, lei laureata in lingue.  Sposati da un decennio con due bambini, Giovanna di sei anni e Gabriele di quattro. Abitano in un bellissimo appartamento a Lugano con un affitto piuttosto alto.  Il compenso mensile di Corrado funzionario di banca esperto di gestioni patrimoniali è di ottomila franchi  e pur essendo già un discreto compenso è tanto quanto sufficiente per  poter onorare gli impegni.

Corrado rientra dall’ufficio a tarda ora e i bambini sono già a letto; la cena è fredda, Elvira lo stava aspettando nel soggiorno. Lui  reduce da una giornata insoddisfacente,  saluta la moglie e con amore le dà un bacio  e le dice: “Non ho appetito cara, oggi è stata per me una giornata pesante, le cose in banca non vanno  bene. Dobbiamo parlare,  ho motivo di preoccuparmi  sul futuro, stiamo spendendo più di quanto ci possiamo permettere per cui si renderà necessario un ridimensionamento  delle spese a partire dal leasing della mia auto. Dovrò sostituirla con una più modesta e alleggerire in tal modo l’onere del debito”

Elvira lo guarda con dolcezza e lo segue nella camera dei bambini che già dormono; sono entrambi sulla porta della camera, si abbracciano si baciano. Elvira gli toglie la cravatta sbottonandogli la camicia, Corrado la prende fra le sue possenti braccia adagiandola sul letto, l’amplesso come al solito  è travolgente.

Segue la mattinata di un nuovo giorno, luminosa con un caldo sole primaverile. Tutta la famiglia è riunita mentre viene consumata la colazione con il cinguettare dei due angioletti, la famiglia è felice malgrado le ben motivate preoccupazioni. Corrado alle undici viene chiamato dal direttore del personale il quale gli comunica senza preamboli: “Lei avrà già sentito dei programmi di ridimensionamento del personale in corso. Purtroppo le debbo comunicare che fra i nominativi vi è anche il suo, ci dispiace molto in questi dieci anni lei ha fatto il suo dovere, la decisione della direzione è irrevocabile e la invito a dare lei il preavviso per non costringerci a licenziarla a scapito del suo curriculum professionale”.  Corrado pur preparato non se lo aspettava in quella bella mattinata fu come avesse ricevuto un pugno allo stomaco cercò di reagire e riuscì a balbettare poche parole : “ dopo dieci anni di duro lavoro questo trattamento”.

La giornata trascorre nella tristezza pensando al suo futuro. Non vede l’ora di far ritorno a casa per potersi  scaricare di quel peso parlandone con Elvira. Alle cinque del pomeriggio lascia l’ufficio e mentre percorre la strada di rientro passa davanti alla chiesa di Sant’Antonio, entra e si siede in un banco… si prende la testa fra le mani affranto… Gli viene in mente l’amico Giulio cinquantenne che da circa un anno è alla ricerca di un  posto di lavoro con sulle spalle una famiglia come la sua. Corrado con un groppo in gola prega e rivolgendosi al buon Dio:  “Cosa sarà della mia famiglia? Dammi la forza di poter sopportare questo duro colpo. Mi affido fra le tue braccia, fa’ di me ciò che ritieni. E conclude con una sentita preghiera anche per l’amico Giulio”.

Alle diciotto è a casa abbraccia Elvira, preparato per darle la dolorosa notizia, ma Elvira non gli dà il tempo, lo bacia e lo stringe con calore e lo trascina verso la camera da letto spingendolo con forza  in un abbraccio voluttuoso cui è impossibile sottrarsi. L’unione dei  due corpi è dolce nel solito totale abbandono. Corrado travolto dimentica per qualche istante  tutti i suoi guai.

Sono le  venti e decidono di rinunciare alla cena, di andare dai nonni a prendere i bambini, telefonano e risponde la nonna “I bambini hanno già mangiato e non avendovi sentiti li stiamo mettendo a letto, se volete raggiungerci per la cena vi aspettiamo”. Elvira non se lo fa dire due volte: “Venti minuti e saremo da voi”. Corrado nel frattempo per non guastare l’armonia di quei momenti  decide di non dire nulla del licenziamento e rimane  con la convinzione che : “le vie del Signore sono infinite, Dio vede e Dio provvede”.  Al termine della cena  genero e suocero si appartano sorseggiando un grappino e discutono sulla situazione politica attuale,  per poi entrare nell’argomento specifico del lavoro e qui a Corrado tremano le gambe e si sente avvampare. Egli  si domanda se sia il caso di parlare ora della sua nuova drammatica situazione. Mentre segue a fatica  la conversazione, tutto concentrato sul suo problema, non sa se parlarne subito,  infine decide di  aspettare per non rovinare quella bella serata. Avrebbe scelto un altro momento più opportuno.

È sabato mattino e Corrado si trattiene a letto un po’ più del solito dopo aver fatto l’amore con la sua amata. Dopo il caffè Corrado invita la moglie ad ascoltarlo: ha deciso di vuotare il sacco: “Ieri sono stato invitato a dare le dimissioni, era nell’aria e ho cercato più volte di parlartene.  Dovremo subito rivedere il nostro tenore di vita, cara Elvira, a cominciare dal leasing della mia BMW.  Lei per nulla scomposta gli dice “Sono al tuo fianco caro. Vedrai che supereremo insieme questo brutto momento che tu stai passando, me ne sono accorta sai, non vivo nel mondo delle nuvole “.  Corrado commosso l’abbraccia e per qualche istante rimangono stretti l’uno all’altra senza parlare. All’improvviso squilla il telefono. Elvira risponde, è suo padre che le dice: “Passami tuo marito, ieri sera l’ho visto molto preoccupato”.

Corrado gli dà il buongiorno e in breve lo porta a conoscenza dei particolari.  Senza preamboli il suocero quale vecchio uomo di lavoro e d’azione gli dice :”Elvira mi aveva già fatto cenno dei tuoi stati d’animo. L’altro giorno mi sono incontrato con un mio vecchio amico che sta cercando un giovane manager preparato per inserirlo nel marketing della sua industria farmaceutica nel cantone di Basilea Campagna. Te la senti di cambiare lavoro con spirito di sacrificio e di adattamento ? Risposta immediata di Corrado: “Ma certo,  fissami pure un incontro al più presto. Intanto  non ho parole per ringraziarti. Grazie di cuore e Dio ti benedica!”

Giorgio Dagostino

Relatore

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