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Ambizione e potere. Solo chi è davvero grande sa farsi da parte

Scriveva Montesquieu che ogni uomo che ha il potere prima o poi tende ad abusarne. Piuttosto che passare ad altri la governanza, certi dirigenti, più autoritari che democratici, hanno voluto mostrare che potevano resistere sino alla fine dei loro giorni, portando agli occhi del mondo un’agonia interminabile.

Dal portale online Le Point.fr, alcuni esempi dalla Storia recente, che dimostrano come ritirarsi dal potere quando ancora si è lucidi e in salute è sicuramente appannaggio di chi è davvero grande.

Joseph Stalin (1878-1953) – Quando venne colpito da un’emorragia al cervello, il 1. marzo 1953, il suo entourage esitò a chiamare i medici. Non volevano far sapere ai sovietici che il “piccolo padre dei popoli” stava male? Oppure privarlo di cure mediche era un modo per far sì che se ne andasse più in fretta?
Stalin venne dichiarato ufficialmente morto solo il 5 marzo e la lotta per il potere che seguì durò sino in settembre, quando Nikita Krutschev divenne il primo segretario del Partito comunista.

Mao Zedong (1893-1976) – grande esperto della macchina comunista cinese, Mao era riuscito a restare al potere per circa 30 anni. A partire dal 1974 la sua salute era stata attaccata dal morbo di Parkinson e per i due anni che gli restarono non poté più partecipare alla vita politica del paese.
Quando morì, il 9 settembre 1976, per la Cina iniziò un vuoto politico che durò due anni, sino a quando Deng Xiaoping prese le redini del potere.

Leonida Brejnev (1903-1982) – Dopo 18 anni alla guida del Partito comunista, quando venne colpito da una crisi cardiaca nel marzo 1982, Brejnev mantenne il controllo del paese per altri sei mesi, anche se la sua capacità di prendere decisioni era stata seriamente compromessa.
Gli succedette Yuri Andropov, un altro dirigente che volle restare alla guida dello Stato malgrado seri problemi di salute. Andropov durò due anni, di cui quasi un terzo passato a entrare e uscire dagli ospedali.

Georges Pompidou (1911-1974) – Quando prese il posto del generale De Gaulle, Pompidou sapeva che sarebbe stato difficile essere all’altezza di un uomo che aveva saputo creare una V. Repubblica su misura. Per non intaccare il mito del potere, nulla venne lasciato trasparire sulla malattia che colpì il presidente nei suoi ultimi mesi di vita. L’assenza di Pompidou venne spiegata ai francesi dicendo loro che aveva una leggera influenza. Morì due anni prima della fine del suo mandato. Solo nel 1982 sua moglie rivelò che era colpito dal morbo di Waldenstrom, una malattia rara complicata da setticemia.

Francisco Franco (1892-1975) – Al generale spagnolo va il merito di aver organizzato la propria successione, cosa rara nei regimi autoritari, quando il potere non viene trasmesso per via ereditaria.
Quando morì nel novembre 1974, dopo cinque anni di sofferenze causate dal morbo di Parkinson, Franco aveva già designato quale suo successore il re Juan Carlos. La scelta era stata fatta nel 1969, quando Franco aveva notato i primi segnali della malattia. Se non si fosse ammalato, il generale non avrebbe però mai lasciato il potere.

Redazione

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