Giusta azione sindacale dei lavoratori di AutoPostale SA – Partito comunista

Pubblichiamo questo comunicato sull’azione dimostrativa di carattere sindacale svoltasi ieri. Esso ha il pregio di rispecchiare fedelmente le posizioni della Sinistra (non necessariamente radicale) sulla funzione del servizio pubblico e sulle privatizzazioni.


Oggi giovedì 18 luglio 2013 si è svolta un’azione di protesta dei conducenti degli autopostali contro il sistema a due classi nelle condizioni salariali e di lavoro: uno retto da un contratto collettivo di lavoro (CCL) valido per i conducenti di AutoPostale SA e uno (che non sottostà al CCL) – più svantaggioso – valido per gli autisti che lavorano per gli imprenditori postali privati, a cui La Posta Svizzera SA ha ceduto la gestione di numerose linee di bus tradendo il mandato di servizio pubblico cui dovrebbe attendere.

Il Partito Comunista da sempre contesta la politica di liberalizzazione e di privatizzazione del servizio postale, che in quanto strategico andrebbe reso monopolio pubblico. Solidarizziamo quindi con i lavoratori del settore e con il loro sindacato Syndicom promotore di questa giusta azione. Chiediamo a nostra volta quindi che tutti i conducenti siano sottoposti al medesimo CCL: il lavoro svolto è lo stesso, stessa la fatica e la responsabilità, è inaccettabile quindi che viga una discriminazione nell’ambito salariale e dei diritti dei lavoratori.

Condanniamo inoltre il comportamento anti-sindacale da parte di AutoPostale SA che ha minacciato sanzioni sia contro gli autisti sia contro il sindacato. Da tutti, ma in modo particolare da parte di aziende pubbliche e para-pubbliche ci si potrebbe attendere una sensibilità democratica maggiore nel risolvere le vertenze sindacali. Ecco visibili a tutti cosa ha comportato il processo di liberalizzazione delle vecchie PTT così tanto volute dai partiti borghesi di destra: socializzazione delle perdite, privatizzazione dei profitti e condizioni lavorative sempre peggiori. Nel contempo la Svizzera ha perso un altro dei servizi pubblici di cui una volta poteva andare fiera.

Partito comunista