UBS ha risolto il litigio con gli Stati Uniti legato a transazioni ipotecarie a rischio.
La banca pagherà un indennizzo di 885 milioni di dollari per la crisi dei subprimes, ha annunciato l’agenzia federale del finanziamento dell’alloggio giovedì a Washington.
L’accordo era noto da lunedì ma la somma non era ancora stata quantificata. Concretamente la banca verserà circa 415 milioni di dollari a Fannie Mae e 470 milioni di dollari a Freddie Mac.
Un accordo che per UBS non significa un’ammissione di colpa.
Fannie Mae e Freddie Mac – Federal National Mortgage Association e Federal Home Loan Mortgage Corporation – sono due società che garantiscono i fondi per il mercato immobiliare americano.
Sono formalmente società private ma hanno una linea di credito garantita dal governo per svolgere la loro missione pubblica.
Le due società comperano i mutui, li assicurano e li rivendono agli investitori sotto forma di titoli. Sono al centro del meccanismo di credit crunch che nel 2007-2008 aveva messo in ginocchio i mercati finanziari.
L’autorità di tutela delle due società accusa UBS di aver venduto a Fannie Mae e Freddie Mac, fra il 2004 e il 2007 – in piena bolla immobiliare – 4,5 miliardi di dollari di titoli legati a titoli ipotecari.
Crollate insieme al mercato immobiliare, nel settembre 2008 le due società erano state messe sotto tutela pubblica per evitarne il fallimento.
Nei tre anni successivi, per mantenerle in esercizio il governo statunitense aveva versato nel loro capitale 164 miliardi di dollari.
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