L’andamento del mercato, ma soprattutto i giri di vite dei regolatori statunitensi, sembrano indurre gli istituti di credito a rinunciare progressivamente ai business legati alle materie prime fisiche.
Potrebbe essere la conseguenza delle maxi-sanzione da 410 milioni di dollari inflitta dal regolatore americano dell’energia.
Oppure la presa d’atto dell’andamento dei mercati.
Fatto sta che il colosso bancario americano JPMorgan ha deciso di rinunciare alle attività di negoziazione delle materie prime fisiche, il che potrebbe essere effettuato o attraverso una cessione, o per mezzo di uno “spin-off”.
Lo scrive il quotidiano francese Les Echos, che sottolinea come la scelta abbia provocato stupore nei mercati, considerando che negli ultimi anni la banca americana aveva investito miliardi di dollari nel settore al fine di superare le concorrenti Goldman Sachs e Morgan Stanley.
Una ragione che ha spinto i dirigenti dell’istituto di credito a modificare radicalmente la propria rotta è legata di certo all’andamento del mercato stesso delle materie prime, che ha provocato, secondo i calcoli della società specializzata Coalition, un abbassamento dei ricavi pari a 6 miliardi di dollari in quattro anni.
A rendere meno appetibile il business sono stati soprattutto i regolatori statunitensi, che hanno imposto freni alle attività.
Emblematico il caso della Commissione regolatrice per l’Energia (la FERC) che ha puntato il dito contro la stessa JPMorgan, accusata di manipolazioni sui prezzi (la banca è proprietaria di numerose centrali elettriche negli Stati Uniti).
Di qui la maxi-multa menzionata da 410 milioni di dollari.
Ma conflitti di interesse nei mercati del petrolio, del gas e dei cereali furono sottolineato nel 2003 dalla Fed anche nei confronti di Citigroup. Mentre Goldman Sachs deve rispondere in tribunale per la gestione di alcuni stock di alluminio.
La stessa banca centrale, vista la situazione complessiva, potrebbe introdurre da settembre una separazione tra le attività commerciali e quelle propriamente bancarie.
(Valori.it)
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