La testa di Maria Galliani e nulla di meno – i Verdi vogliono

I Verdi chiedono le dimissioni dell’avv. Galliani dalla presidenza della Commissione per l’aiuto alle vittime. In un comunicato pubblicato oggi essi scrivono:

“Anche il peggior criminale ha diritto alla difesa e questo è uno dei principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico e processuale.”

“Nel processo a Flavio Bomio, condannato a 11 anni in prima istanza, l’avvocato è stato Maria Galliani, ex procuratrice pubblica e attualmente presidente della commissione di coordinamento di aiuto alle vittime. I Verdi, fatto salvo il principio del diritto alla difesa, ritengono altamente inopportuno che la signora Galliani permanga alla presidenza della commissione.”

“Considerate le argomentazioni utilizzate dalla signora Galliani nel corso della difesa del signor Bomio, in particolare il fatto che si sia negata la coazione e, ancor peggio, minimizzate le conseguenze sulle vittime delle “attenzioni” del signor Bomio, i Verdi non vedono come la signora possa continuare a svolgere, con un minimo di credibilità, il proprio ruolo quale presidente della commissione di coordinamento.”

“In processi e in casi quali quelli connessi con la pedofilia e gli abusi sessuali, le vittime sono vittime due volte. La prima quando i fatti si svolgono, la seconda quando la giustizia fa il suo corso, con il dolore connesso alla necessaria rievocazione dei fatti.”

“Perfino gli avvocati della difesa, specialmente se presidenti di commissioni che si occupano di abusi, iscritte nei relativi servizi cantonali, dovrebbero rendersene conto.”

“I Verdi infine stigmatizzano la mancata reazione da parte del Consiglio di Stato cui si deve la nomina della signora Galliani all’importante ruolo di presidenza.”


[fdm] Non se ne abbia a male l’amico Savoia, ma resto della mia opinione. L’avv. Galliani aveva il diritto di esercitare la sua professione, difendendo “anche” Bomio, e nel contempo aveva il dovere di farlo nel più efficace dei modi possibili (secondo le sue personali valutazioni). Il giudice ha deciso e, in caso di ricorso, altri giudici decideranno.

NOTA. Interessante ciò che scrive la verde on. Greta Gysin sulla sua pagina Facebook (sembra voglia prendere le distanze dal leader Savoia).

Più che l’inno Svizzero sarebbe opportuno che nelle nostre scuole si leggesse la nostra Costituzione. Per esempio art. 10 cpv. 2 di quella cantonale: “il diritto alla difesa è inviolabile”.

In consimili situazioni, che si ripresentano periodicamente, la voglia del pubblico – intendo: la massa – di gridare “al mostro!” è intensa e irrefrenabile. È la cosa più facile, chiunque la sa fare, e offre alla persona un certo sollievo e una certa soddisfazione. Si può essere tentati, anche, di cogliere l’occasione per acquisire vantaggi politici. Questa “demonizzazione” dell’avv. Galliani, a pensarci bene, è assurda. Il mostro c’è – dev’essere individuato, accusato, punito e messo in condizione di non nuocere – ma una certa mostruosa e troppo facile indignazione (che tanto bene fa alla nostra pancia) lascia il tempo che trova. Brava Greta!


Relatore

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  • Che l'avvocato Galliani abbia fatto il suo lavoro, non vi alcun dubbio. Che un presunto criminale abbia diritto alla difesa, nessuno la nega. Ma se la colpevolezza è palese sotto ogni punto di vista, fino a che punto può spingersi un avvocato difensore nel dibattimento, pur di far fare meno galera possibile al suo cliente? Denigrare le giovani vittime che hanno subito gli abusi, dichiarandoli consenzienti (perché questo è infatti ciò che lei intende quando dice che non c'è stata alcuna coazione) fa parte del pacchetto? Possibile, "il fine giustifica i mezzi" si suol dire in questi casi. Ma non può e non deve certo aspettarsi comprensione dalla pubblica piazza. E questo per quanto attiene alla sua professione di avvocato. Per quanto riguarda la presidenza della famigerata Commissione, beh, con le modalità di difesa di Bomio che lei ha sfoderato in aula, è la stessa Galliani a tirarsi la zappa sui piedi. Sarà anche una funzione consultiva, ma pur sempre ben retribuita con i proventi delle imposte che, guarda caso, è la piazza pubblica che paga. Quindi se c'è sdegno per ciò che lei ha dichiarato in aula da parte dei cittadini, non si può certo aspettare che gli stessi si fidino di lei come consulente legale in merito alla questione dell'aiuto alle vittime. Tutto qui, niente più e niente meno.

    Saluti

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